FREE FALL JAZZ

Live's Articles

La stagione 2014-2015 di Aperitivo in concerto, che era stata inaugurata il 19 Ottobre con il concerto di Jaques Morelenbaum Cello Samba Trio, è proseguita in questa domenica novembrina con l’atteso concerto del settantaseienne sassofonista Charles Lloyd, in prima e unica data italiana, con una formazione  a dir poco stimolante e la presentazione di una lunga e variegata suite intitolata “Wild Man Dance Suite”, che ha visto la presenza di alcuni tra i più interessanti giovani musicisti sulla scena jazzistica contemporanea. (Continua a leggere)

Tra Musica e Scienza ci sono molte più affinità di quanto non si creda in prima istanza e non solo sul piano meramente fisico, legato alla produzione dei suoni, ma anche in termini di logica costruzione formale e strutturale. Per questo gli organizzatori di Bergamo Scienza in tutte le edizioni propongono ogni anno qualche tema legato alla musica, ingaggiando qualche affermato musicista per un’esibizione concertistica. A chiusura della XII edizione, gli organizzatori della manifestazione hanno ritenuto interessante invitare il contrabbassista e compositore Avishai Cohen con il suo trio completato da Nitai Hershkovits al piano e Daniel Dor alla batteria. (Continua a leggere)

29° INNtone JazzFestival 6-8 Giugno 2014

Austria, montagne, natura, birra e FESTIVAL. La risposta alla domanda “perché InnTone?”, festival dai più sconosciuto,  è stata la voglia di ritrovare un po’ lo spirito dei festival anni 80, meno professionali ma più “ruspanti”. E qui “ruspante” è proprio l’aggettivo esatto.

Il palco è dentro un fienile (!), infatti Jazz Am Bauernhof significa proprio fattoria. L’atmosfera è giusta, ma purtroppo, come ormai capita in tutti i festival, ci si ritrova tra amici, siano dall’Austria, dalla Germania o dalla Slovenia. Non esiste neanche qui, nonostante la massiccia proposta di festival jazz e avanguardia, un interesse giovanile. Si incomincia con un progetto che sulla carta avrebbe dovuto fare scintille, ma proprio così non è stato. La New Jungle Orchestra di Pierre Dorge con ospite James “Blood” Ulmer, non ha saputo creare il giusto feeling, molto meglio quando il chitarrista si è esibito in trio. (Continua a leggere)

Della calata italiana di Tom Harrell ha già raccontato con dovizia di particolari l’amico Negrodeath, che ha presenziato alla data di La Spezia. Mi sarebbe piaciuto completare il discorso riferendovi anche della sua partecipazione venerdì scorso a Pomigliano Jazz (che da quest’anno torna in Luglio come ai vecchi tempi), ma purtroppo, per motivi che un po’ ci imbarazza raccontare, non eravamo presenti. Sorvoliamo. C’eravamo però il giorno dopo, quando la serata è stata aperta dalla sorpresa Tricatiempo, quintetto campano che in un’ora fittissima di concerto incuriosisce e convince. (Continua a leggere)

Foto: ©Luca Ciccioni.

Il tour di Tom Harrell con la sua nuova band (chiamata ‘Colors Of A Dream’ come l’omonimo disco che ahinoi non abbiamo ancora recensito) fa tappa al Teatro Civico di La Spezia, un’occasione da non perdere per vedere in azione uno dei grandi del jazz contemporaneo. (Continua a leggere)

Di solito, quando metto insieme le parole Blue, Note e Milano nella stessa frase e senza punteggiatura, senza pause, ho un piccolo brivido. Subito mi vengo in mente folle vocianti, sciccoserie inutili, parole come “cool”, “figa oh”, “minkia a me piace il gièzz”, rumorosi tacchi a spillo e profumi da strapponi… Il tutto annaffiato da un listino prezzi che accetta solo organi freschi. Di solito è così. Ma non questa volta.

Questa volta è stato tutto perfetto. Alle 21:00 spaccate sale sul palco il Paolo Fresu Quintet che quest’anno compie 30 anni. Trent’anni. Sono trent’anni che Paolo Fresu (Flicorno e tromba), Tino Tracanna (al Soprano e tenore… quanto mi piace ‘sto cognome… Tracanna…), Attilio Zanchi (contrabbasso), Ettore Fioravanti (batteria) e Roberto Cippelli (Piano) suonano insieme. Forse (così, a naso) uno dei quintetti più longevi della storia. Trent’anni e più di venti dischi. Hanno firmato pubblicazioni con Splash, EMI-Blue Note, RCA-VictorBMG e, l’ultimo, un doppio cd di selezione dei brani che hanno fatto la storia del quintetto, pubblicato dalla Tuk Musik, l’etichetta fondata da Paolo. (Continua a leggere)

Foto: Elena Fiorini

Poteva un’illustre media jazzistico come Free Fall Jazz mancare alla prima assoluta della Wide Orchestra, soprattutto se a venti minuti da casa e per di più gratis? (Continua a leggere)

Che Youn Sun Nah ci piacesse ve lo abbiamo già detto qua. La cantante coreana è ora impegnata  in un tour mondiale con il suo ormai inseparable compagno nonché mio personale mito della chitarra: Ulf Wakenius. È infatti “colpa” di questo talentuoso chitarrista svedese e del suo album ‘Notes From The Heart’ (ACT, 2005 – omaggio a Keith Jarret) se son qui che vomito i miei deliri parlando di gièzz.

“Datemi il pandino e vi solleverò il mondo”, dice l’antico proverbio Waltellinese. Non sollevai il mondo, ma l’A4 destinazione Brescia sì. Il concerto iniziava alle 21.00 di martedì… “Esco alle 17.30 così vado tranquillo”. 8.43 coda in A1 taaaac… Ascoltando il disco di Nah e sostituendo le parole con delle bestemmie (devo dire un esperimento riuscito benissimo) mi divincolai dalla coda uscendo chissà dove facendo rally tra la campagna del bresciano. Pandino modalità “4×4 spacchiamo i culi”: ON. 8:49 Parcheggio e inizio a correre a caso verso una direzione che ritenni appropriata. Una coppia di signori mi chiede indicazioni per il teatro grande: “In fondo ai portici a sinistra”, la butto lì. In fondo ai portici a sinistra c’era l’entrata del Teatro con a fianco la biglietteria. 8:58 arrivo presso la biglietteria: “Ho prenotato il biglietto under 30” – “Documenti prego” – “Ma zincane! Ho 26 anni dai!”… Mi metto in fila tra i vari mormorii: “iu su… iun sun… chi!?!?!?! bah varda… ciao Armanda, anche te qui? Massì, varda, a caso proprio, non c’era niente alla tele”. Va beh… 21:02 Prendo posto in quinta fila al centro nella platea del bellissimo Teatro Grande di Brescia. Leggo “riservato” – “Chisseneincula” rispondo. 21:03 inizio concerto. (Continua a leggere)

Foto di Bar Borsa        

Che bello il venerdì. Il venerdì è la fine della settimana e questo basta a renderlo un giorno speciale. Ma quel venerdì doveva essere ancora più speciale. Al conservatorio di Novara, era in programma un live del Trio di Vijay Iyer. A Novara, a 20 minuti di pandino; non in una lontana Nürgenbrigensbrunzhen a caso nel punto più remoto della Germania da casa mia. A Novara. Già mi vedevo, pieno di Bagna càuda, trasudante aglio e bello avvinazzato di un buon rosso delle Langhe a gustarmi il concerto di uno dei più estrosi e abili pianisti in circolazione.

E invece no: “Purtroppo a causa di uno sciopero dei trasporti aerei il Vijay Iyer Trio è bloccato a Bucarest e non riuscirà ad atterrare in tempo per la performance a Novara. Il concerto previsto per stasera all’Auditorium Cantelli è pertanto annullato. Serena, conservatorio di Novara”… Finii di bestemmiare dopo due ore. Vomitato addosso al prete mi slegai dal letto benedetto e scesi in garage gattonando all’indietro. Il pandino già mi aspettava scalpitando. Partii a fuoco. Arrivato al confine Slavo mi calmai. Decisi che l’operazione “Vai a prendere Vijay a Bucarest e portalo a Novara” doveva finire lì. Ripresi coscienza a poco a poco e appresi che di lì a due giorni avrebbe suonato al Bar Borsa di Vicenza. (Continua a leggere)

Foto di DMV Comunicazione/Titti Fabozzi

Avevo pensato di aprire queste righe con un’introduzione tipo “Sabato sera ho visto il jazz. Il suo nome è Benny Golson”: pomposa quanto volete, ma, vi giuro, neanche troppo lontana dalla realtà. Di concerti (non solo jazz) ne ho visti tanti, ma davvero pochi sono quelli in cui lo spettacolo sul palco è capace di coinvolgere per tutto il tempo senza punti morti e, soprattutto, di lasciarti sulle labbra un sorriso a 32 denti, misto di divertimento e soddisfazione. Benny Golson ci è riuscito. E ci è riuscito perché sul palco il primo a divertirsi, forse anche più di noi, è lui stesso. Quelle assi le calca con l’entusiasmo del primo giorno: lo scruti un paio di minuti ed è chiarissimo che a lui piace stare lì e non desidera altro. (Continua a leggere)

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