Salve a tutti e benvenuti nella rubrica di interviste più asimmetrica del web. Oggi abbiamo l’onore di ospitare Francesco Massaro, sassofonista, clarinettista ed attivatore patafisico di origini pugliesi. Possiamo affermare, senza tema di smentita, che la sua recente menzione (2016) nel Top Jazz tra i Giovani Talenti Emergenti dell’Amore Universale è irrilevante ai fini della nostra più grande stima nei confronti di questo musicista, che è anche fine compositore nonché membro fondatore di una interessantissima giovane etichetta. Da poco ha sfornato un bel disco “Meccanismi di volo”, ma andiamo al sodo. (Continua a leggere)
Abbiamo il piacere di ospitare nella nostra rubrica il pianista Dino Massa. Sarà interessante chiacchierare con lui poiché di recente ha sfornato un disco edito dalla norvegese Losen Records. La mia impressione personale è quella di un lavoro molto complesso, come un grande affresco, ma non ostico all’ascolto. (Continua a leggere)
Vale la pena ascoltare un estratto da quest’album, pubblicato quest’anno dalla Dodicilune, opera del sassofonista calabrese Francesco Caligiuri. Coraggioso esordio in solo in cui il nostro giovane eroe (classe 1991) sfoggia un arsenale di strumenti non da poco: sax baritono e soprano, clarinetto basso, flauto dolce. Le programmazioni elettroniche sono opera sua come anche le composizioni. Avanti così.
‘Kucheza’ di MoFrancesco Quintetto è un disco ben fatto e pieno di fantasia, pubblicato nel 2016 dalla portoghese Sintoma Records. Musica che naviga seguendo la corrente sempre viva del jazz “etnico”, ormai una sorta di mainstream euromediterraneo. Nulla di nuovo, direte voi, ma in fondo chi lo impone questo imperativo del “famolo strano” ad ogni costo? ‘Kucheza’ è certamente un lavoro apprezzabile e mai noioso, belli i temi sempre diversi eppure coerenti dal punto di vista compositivo (nonostante i brani non portino tutti la stessa firma), interessanti i ritmi e le scelte timbriche, forse qualche ingenuità strutturale sparsa qua e la. Tutto è abbastanza curato senza mai risultare artificiale, anzi l’atmosfera è di grande ispirazione. (Continua a leggere)
Ascoltando questo disco ho avuto impressioni contrastanti. Terrò il dolce alla fine, iniziando con un poco di veleno. Premetto che non amo affatto il tango, men che meno la musica di Piazzolla che purtroppo fa capolino, ed ancor meno il tango in salsa jazz. Ammetto dunque di partire prevenuto nell’ascolto. Credo però che a prescindere dai miei gusti personali ci siano qua e là delle ingenuità strutturali nei brani, una certa mancanza di feeling dovuta certamente ad una registrazione a tracce separate e non “live” (nonostante l’ottima qualità audio), la presenza in scaletta di brani banali come Oblivion e Libertango…voglio dire, anche nel tanto odiato repertorio di Piazzola si poteva andare a pescare qualcosa di meno scontato! Detto questo le composizioni originali, che spesso presentano diversi quadri, come in un susseguirsi di scene, sono davvero interessanti. (Continua a leggere)
Facciamo una chiacchierata con un bravo sassofonista italiano che è doppiamente emigrato. Il calabrese Christian Ferlaino ha trascorso infatti molti anni a Bologna, anni fruttuosi vista la sua militanza nei Comanda Barabba. Di seguito il nostro eroe valicando le Alpi con sprezzo del pericolo, si trasferisce ad Amsterdam, dove attualmente lavora. (Continua a leggere)
Questo link potrebbe incuriosirvi per vari motivi: potreste scoprire un musicista colto, aperto ed interessante come il sassofonista/clarinettista Francesco Massaro (noto attivatore patafisico); o potreste addentrarvi nelle valide pubblicazioni di un giovane centro di autoproduzione musicale qual’è www.desuonatori.it; o ancora godervi semplicemente questo video musicale veramente bello. In ogni caso sarebbero tre minuti ben spesi.
Lasciamolo andare. Mi sembra doveroso ricordare un grande musicista scomparso proprio in questo mese di Dicembre 2014 a soli 53 anni: il Maestro Davide Santorsola. Il termine Maestro non è casuale, considerata la sua passione didattica vera; il suo coinvolgente modo di trasmettere non solo conoscenza e dati tecnici, ma anche l’atmosfera il profumo e la puzza del jazz. Lo sanno bene i suoi tanti allievi (non solo pianisti) sparsi in tutta Italia. Non starò qui a descrivere la sua carriera, le pubblicazioni, il successo in Giappone, le collaborazioni americane. Saremo sempre in tempo per scoprire la sua musica ed il suo genio. Ha lasciato il segno, ora lasciamolo andare. (canale YouTube)
C’è chi tenta il bluff e chi ha in mano un poker d’assi: qui parliamo del secondo caso.
Gli assi in questione sono Enrico Zanisi, Luca Bulgarelli e Fabrizio Sferra sotto la guida esperta del flautista e sassofonista Paolo Innarella; l’album di recente uscita è ‘Les Jardins Perdue’. (Continua a leggere)
Non ci credo!…fatemi capire: è davvero un nastro? Una cassetta di quelle che facevamo al liceo con tante canzoni diverse? Ma si! Proprio quelle che si riavvolgevano con la penna BIC e che ci stanno le linguette di plastica sul dorso superiore che se le rompi non si preme più il tasto REC, anche se tutti sapevamo che potevi mettere in quegli spazi due palline di carta e potevi riutilizzare ancora per l’ennesima volta quello stesso nastro e più passava il tempo più si sentiva peggio. Ah… quanta nostalgia! Dolce sentimento. E dunque nel 2014 c’è ancora chi utilizza le audiocassette, lo sapevate? Io no! Dunque a parlarci di questo fatto almeno per me inconsueto sono Annalisa Pascai Saiu (cantante a dir poco) ed il valido contrabbassista Michele Anelli. Non vedrete la solita dinamica dell’intervista con domanda e risposta, stavolta cambiamo. (Continua a leggere)