George Burton, pianista e compositore, è stato una delle più belle scoperte dell’ultimo periodo, grazie ad un esordio a dir poco strepitoso. In Italia almeno per ora non è stato considerato nemmeno di striscio, occasione in più per insistere con questo bel concerto newyorkese dello scorso maggio. Da notare una frontline deluxe con Jason Palmer (tromba) e Tim Warfield (sassofoni).
Un recente articolo su una nota rivista ha riproposto i ben noti luoghi comuni dello stupidario jazzistico, in salsa più che mai filosofico-intellettualizzante. Non poteva mancare lo sguardo paternalista al jazz pre-bebop, considerato musica importante dal punto di vista storico ma, come dire… sempliciotta, povera, robettina da negri, non certo musica d’arte. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle certe stronzate, e invece trovano ancora spazio su riviste a tiratura nazionale. Bah. Risolleviamoci l’umore con questa bella esibizione francese di Coleman Hawkins, Roy Eldridge e Vic Dickerson con sezione ritmica, che è meglio!
In trent’anni di onoratissima attività , la Criss Cross si è distinta come una delle più prolifiche e meritevoli case discografiche specializzate in jazz. Merito della tenacia del suo fondatore, Gerry Tekeens, e del suo grande fiuto di talent scout: non sono in pochi, oggi, a vedere nell’etichetta olandese l’erede spirituale della Blue Note che fu. Condividiamo così questo concerto, tenuto lo scorso luglio al festival jazz di Lviv, in Ucraina: una band composta per l’occasione da musicisti Criss Cross (Mike Rodriguez, Will Vinson, Misha Tsiganov, Matt Brewer, Donald Edwards), con tanto di introduzione da parte di Tekeens.
Il buon Christian McBride non è capace di starsene con le mani in mano. Quest’anno uscirà con il nuovo disco della sua orchestra, ma nel frattempo ha girato il mondo in lungo e in largo con un nuovo quartetto, i New Jawn – neologismo che, con ogni probabilità , unisce “Joint” e “Dawn”. Nuovo giorno e nuova roba, nuova cosa, nuova band: e che band, un quartetto pianoless con Nasheet Waits (batteria), Marcus Strickland (sax) e il giovane prospetto Josh Evans (tromba). Eccoveli qui sotto, un concerto dello scorso luglio a North Sea Jazz Festival.
Vale la pena ascoltare un estratto da quest’album, pubblicato quest’anno dalla Dodicilune, opera del sassofonista calabrese Francesco Caligiuri. Coraggioso esordio in solo in cui il nostro giovane eroe (classe 1991) sfoggia un arsenale di strumenti non da poco: sax baritono e soprano, clarinetto basso, flauto dolce. Le programmazioni elettroniche sono opera sua come anche le composizioni. Avanti così.
Fra i molti bravi musicisti contemporanei di cui NON abbiamo ancora mai parlato figura pure Aruan Ortiz, pianista e compositore cubano trapiantato a New York con già un bel numero di collaborazioni e incisioni in carniere – non ultimo il bel ‘Hidden Voices’, in trio con Eric Revis e Gerald Cleaver, pubblicato lo scorso anno e di cui parleremo prossimamente. Intanto, un assaggio dal vivo.
Se il Concertone di Roma vi ispirasse quanto un pomeriggio con la diarrea, sarebbe più che comprensibile. Ma oggi è pure l’International Jazz Day e come ogni anno c’è pure la diretta dell’evento, in streaming per tutti da Cuba. E quindi bando alle ciance, avanti con la musica!
Non capita di rado che YouTube dia dei buoni suggerimenti in hompage. Come questo concerto di Shirley Scott del 1976 in Spagna, assieme al sassofonista Harold Vick e al batterista Art Taylor. Groove come se piovesse? Certo!
Ci sono minchioni che sostengono sia superato affrontare gli standard, che sia una cosa detestabile e, perché no, fatta solo per compiacere il pubblico. Trattasi, appunto, di minchioni e di ignoranti, perché la differenza la fa sempre il musicista. Se è in gamba saprà trarre qualcosa di valido e originale pure dal pezzo ritenuto più logoro. Un esempio? Questa bellissima versione di ‘Softly As In A Morning Sunrise’ del quartetto del batterista Ari Hoenig, registrata allo Smalls.
Se i dischi di Kenny Garrett non sono sempre al massimo delle sue potenzialità (ok, è un parere personale), altra cosa sono i suoi concerti, sempre ricchi di energia, ritmo e coinvolgimento. Le quasi due ore che seguono, registrate nel 2015, lo ribadiscono! E buon weekend!