Salve a tutti e benvenuti nella rubrica di interviste più asimmetrica del web. Oggi abbiamo l’onore di ospitare Francesco Massaro, sassofonista, clarinettista ed attivatore patafisico di origini pugliesi. Possiamo affermare, senza tema di smentita, che la sua recente menzione (2016) nel Top Jazz tra i Giovani Talenti Emergenti dell’Amore Universale è irrilevante ai fini della nostra più grande stima nei confronti di questo musicista, che è anche fine compositore nonché membro fondatore di una interessantissima giovane etichetta. Da poco ha sfornato un bel disco “Meccanismi di volo”, ma andiamo al sodo. (Continua a leggere)
Abbiamo il piacere di ospitare nella nostra rubrica il pianista Dino Massa. Sarà interessante chiacchierare con lui poiché di recente ha sfornato un disco edito dalla norvegese Losen Records. La mia impressione personale è quella di un lavoro molto complesso, come un grande affresco, ma non ostico all’ascolto. (Continua a leggere)
Scriviamo spesso e volentieri di quanto il panorama americano brulichi di nuovi proposte che riescono a portare avanti il jazz senza prescindere dalle sue caratteristiche. Bene, il quartetto degli Industrial Revelation, da Seattle, si aggiunge al numero dei brillanti giovani di belle speranze. Giovani che, fra mille difficoltà e apprezzabile ottimismo, fanno di tutto per divulgare la propria musica in giro, gestendosi rigorosamente in proprio. Abbiamo recensito il bellissimo ‘Revelation And The Kingdom Of Nri’ qualche mese, adesso ascoltiamo le parole di D’Vonne Lewis, batterista e leader del gruppo, in vista del concerto di Milano del 26/02. (Continua a leggere)
A dispetto della fama di persona burrascosa e polemica, Matthew Shipp, pianista e compositore fra i più attivi negli ultimi vent’anni abbondanti di jazz, si è dimostrato amichevole e gentile nel rispondere alle nostre domande. Evidentemente, questa fama è immeritata: il newyorkese parla con disinvoltura della sua musica e oltre, scivolando fra passato e presente, jazz e… punk rock. (Continua a leggere)
La condivisione di un brano da parte di un amico comune, la ricerca su Spotify, la decisione di acquistare il cd dopo qualche ascolto, la full immersion, la recensione: questo il modo in cui ho scoperto Keith Brown e la sua musica. Un modo in realtà piuttosto tipico ormai, ma a cui alcuni non vogliono arrendersi, persi nella nostalgia dei bei tempi andati, del negozio di dischi, della radio e della rivista. Pazienza, quel mondo è crollato, ora bisogna cercare e trovare le perle – che, fortunatamente, non sono nemmeno poche, in un periodo ricco di fermento. (Continua a leggere)
Christian Scott, lo abbiamo detto e ridetto, è passato dall’Italia proprio ora per tre concerti a cui nessuno di noi, purtroppo, ha potuto assistere. Tuttavia, con un po’ di contatti via email e Facebook, siamo riusciti per lo meno ad organizzare un’intervista telefonica durante una pausa del soundcheck della data bolognese al Bravo Caffé. Dieci minuti scarsi, ma Christian si è dimostrato simpatico ed interessante. Nella speranza di bissare il prossimo luglio, quando tornerà per suonare in un festival (non sappiamo ancora quale), ecco il risultato della chiacchierata. (Continua a leggere)
L’amatissimo jazzista Miles Davis è considerato uno dei musicisti più influenti del ventesimo secolo. Assieme suoi vari gruppi, è stato alla guida di molti dei più importanti sviluppi nella musica jazz. Nel 2006 Davis è entrato nella Rock’n'Roll Hall Of Fame, riconosciuto come “una delle figure chiave della storia del jazz”. Dopo la scomparsa, avvenuta il 28 settembre 1991, la sua famiglia ha fatto in modo di tenerne in vita il nome e l’opera musicale. (Continua a leggere)
No, non stiamo invitando nessuno a uccidere i propri figli, nè lo sta facendo Caterina Palazzi. L’infanticidio che dà il titolo all’atteso secondo album della contrabbassista romana (che le è persino costato un temporaneo ban dal circuito iTunes!) è puramente metaforico (“…inteso quindi come perdita di un’ingenuità ludica e fanciullesca in ragione di una maturità turbolenta e spesso amara”, specificava lei stessa in un comunicato di qualche tempo fa). Per la cronaca, si tratta di una delle migliori uscite dell’anno, clamorosa sintesi di free jazz, prog, noise rock, psichedelia e atmosfere da colonna sonora anni ’70. Chi ha amato le sonorità calme e “notturne” del predecessore ‘Sudoku Killer’ (distante ormai 5 anni) potrebbe restare spiazzato, ma la sterzata stilistica di Caterina e i suoi (i fidi Giacomo Ancillotto e Maurizio Chiavaro, rispettivamente chitarra e batteria, più il nuovo arrivato Antonio Raia al sax tenore) è ricchissima di idee e non deluderà i più avvezzi alle sonorità “di confine”. Troppo rock per il jazz? Troppo jazz per il rock? Per quanto ci riguarda, si tratta di quesiti sterili: ‘Infanticide’ è solo ottima musica. Scusate se è poco. (Continua a leggere)
Facciamo una chiacchierata con un bravo sassofonista italiano che è doppiamente emigrato. Il calabrese Christian Ferlaino ha trascorso infatti molti anni a Bologna, anni fruttuosi vista la sua militanza nei Comanda Barabba. Di seguito il nostro eroe valicando le Alpi con sprezzo del pericolo, si trasferisce ad Amsterdam, dove attualmente lavora. (Continua a leggere)
Autore di uno dei più bei dischi del 2015, EJ Strickland è uno dei più bravi e interessanti batteristi di oggi, tanto richiesto in giro quanto inconfondibile. Assieme al gemello sassofonista Marcus, uno dei nomi su cui puntare per il presente e il futuro di questa musica. E come spesso succede, EJ è pure una persona molto gentile e accetta di buon grado qualche domanda! (Continua a leggere)