FREE FALL JAZZ

Il chitarrista polacco Maciek Pysz, ormai londinese d’adozione, propone come sigillo ad una proficua collaborazione, “Coming Home”, in duo con Daniele Di Bonaventura. Il CD, uscito nel Maggio del 2017, è pubblicato dalla Caligola Records ed è formato da undici brani, tutti originali. Le caratteristiche sonore e compositive si manifestano chiaramente fina dalle prime battute. Pysz predilige la chitarra acustica, donando una sonorità molto personale ad ogni composizione e creando, soprattutto con il bandoneon, un impasto ottimo, il suono ne trae giovamento, corpo, intensità. Ogni scelta compositiva, estemporanea, sonora, ritmica e metrica, è volta all’evocazione di una dimensione intima, con forti connotazioni oniriche. Le scelte armoniche sono molto semplici, brevi nuclei che si ripetono, senza evoluzioni “sperimentali”, ma tendenti ad annullare ogni tensione, rendendo il fluire della musica il più delicato possibile. Dal punto di vista ritmico e metrico non succede nulla di eclatante, solo Paquito si differenzia per vivacità. Su questo sfondo quasi immobile, si intrecciano linee melodiche essenziali, che creano un dialogo tra i due attori, da cui si sprigionano dolcezza e malinconia: questi due sentimenti sono il motore emotivo di tutto il CD. La malinconia soprattutto, rieccheggia negli arpeggi misurati della chitarra, nei fraseggi contenuti del bandoneon e nell’accompagnamento, a volte timido, del pianoforte. La tradizione del Tango permea ogni traccia; è presente ovunque, nell’intenzione, nella sonorità, nei fraseggi e soprattutto nella forma canzone argentina alla quale, alcuni brani, come Nadir, I Gazzillori e Tango si rifanno chiaramente. Solo Blue Tango e Coming Home si allontanano leggermente da questo mondo, il primo è metheniano con elementi fusion e l’ultimo, il più interessante per chi scrive, mescola musica colta novecentesca all’avanguardia europea dei nostri giorni. Il CD ha caratteristiche da colonna sonora, da musica di scena, soprattutto nel suo essere sempre misurato e “contenuto”, la semplicità impera. Manca totalmente la componente blue, ma questa è una scelta stilistica chiaramente voluta.
(Paul76)

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