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Il chitarrista polacco Maciek Pysz, ormai londinese d’adozione, propone come sigillo ad una proficua collaborazione, “Coming Home”, in duo con Daniele Di Bonaventura. Il CD, uscito nel Maggio del 2017, è pubblicato dalla Caligola Records ed è formato da undici brani, tutti originali. Le caratteristiche sonore e compositive si manifestano chiaramente fina dalle prime battute. Pysz predilige la chitarra acustica, donando una sonorità molto personale ad ogni composizione e creando, soprattutto con il bandoneon, un impasto ottimo, il suono ne trae giovamento, corpo, intensità. Ogni scelta compositiva, estemporanea, sonora, ritmica e metrica, è volta all’evocazione di una dimensione intima, con forti connotazioni oniriche. (Continua a leggere)


All’interno della meravigliosa Basilica dei Frari è ripartita la rassegna DUETS, organizzata dall’associazione Caligola. Giunta alla sua sesta edizione, ha presentato davanti a un pubblico abbastanza numeroso il duo, collaudatissimo, di Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia. Nato nel lontano 1994, con alle spalle 4 dischi, dei quali tre per la prestigiosa ECM, i nostri ormai navigano all’interno del mondo musicale con una leggerezza e profondità unica. Certo, non si tratta più di musica propriamente con radici jazzistiche, ma piuttosto di una visione globale. L’incontro tra Trovesi, protagonista della stagione forse più fervida di ricerca in campo jazzistico, con Coscia, musicista di estrazione classica ma con un passato nell’orchestra di Gorni Kramer, ha portato ad una sintesi musicale dai risultati molto interessanti. Il grande merito di Coscia è l’avere slegato uno strumento – la fisarmonica – dalla musica popolare ed averlo valorizzato nel jazz. Nonostante ciò, la radice popolare rimane presente nella proposta del duo, legandosi però alla musica colta e a quella di estrazione jazzistica. (Continua a leggere)

Oggi non ne abbiamo bene idea, ma pare proprio che negli anni ’30 e ’40 Tony Murena fosse una cosa enorme in terra francese: musicista famosissimo, acclamato e riverito con rispetto quasi sacrale per aver contribuito in maniera determinante allo sviluppo della cosiddetta french musette, proprio lui che francese non lo era neanche per sbaglio. Non ci era capitato per sua scelta, da quelle parti: era nato (nel 1917) a Borgotaro provincia di Parma, e le poche fonti disponibili ci raccontano che le alpi le attraversò in tenera età in compagnia della sua famiglia, emigranti in cerca di fortuna come tanti in quegli anni. L’incontro con la fisarmonica fu propiziato da uno zio, che gliene regalò una attorno al suo nono compleanno, sperando che il piccolo Antonio, per tutti Tony, seguisse le orme di suo cugino, Louis Ferrari, che suonando il medesimo strumento iniziava a farsi un nome nei locali parigini. È proprio quest’ultimo nei primi anni ’30 a introdurre gradualmente Murena, appena quindicenne (e impratichitosi anche col bandoneòn), nel giro delle serate musicali, quando ancora si stava facendo le ossa nei parchi e per le strade, busker ante litteram in compagnia di un giovanissimo amico con cui s’incrocerà spesso: il chitarrista Didi Duprat. (Continua a leggere)