FREE FALL JAZZ

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Un recente articolo su una nota rivista ha riproposto i ben noti luoghi comuni dello stupidario jazzistico, in salsa più che mai filosofico-intellettualizzante. Non poteva mancare lo sguardo paternalista al jazz pre-bebop, considerato musica importante dal punto di vista storico ma, come dire… sempliciotta, povera, robettina da negri, non certo musica d’arte. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle certe stronzate, e invece trovano ancora spazio su riviste a tiratura nazionale. Bah. Risolleviamoci l’umore con questa bella esibizione francese di Coleman Hawkins, Roy Eldridge e Vic Dickerson con sezione ritmica, che è meglio!


In trent’anni di onoratissima attività, la Criss Cross si è distinta come una delle più prolifiche e meritevoli case discografiche specializzate in jazz. Merito della tenacia del suo fondatore, Gerry Tekeens, e del suo grande fiuto di talent scout: non sono in pochi, oggi, a vedere nell’etichetta olandese l’erede spirituale della Blue Note che fu. Condividiamo così questo concerto, tenuto lo scorso luglio al festival jazz di Lviv, in Ucraina: una band composta per l’occasione da musicisti Criss Cross (Mike Rodriguez, Will Vinson, Misha Tsiganov, Matt Brewer, Donald Edwards), con tanto di introduzione da parte di Tekeens.


Vale la pena ascoltare un estratto da quest’album, pubblicato quest’anno dalla Dodicilune, opera del sassofonista calabrese Francesco Caligiuri. Coraggioso esordio in solo in cui il nostro giovane eroe (classe 1991) sfoggia un arsenale di strumenti non da poco: sax baritono e soprano, clarinetto basso, flauto dolce. Le programmazioni elettroniche sono opera sua come anche le composizioni. Avanti così.


Fra i molti bravi musicisti contemporanei di cui NON abbiamo ancora mai parlato figura pure Aruan Ortiz, pianista e compositore cubano trapiantato a New York con già un bel numero di collaborazioni e incisioni in carniere – non ultimo il bel ‘Hidden Voices’, in trio con Eric Revis e Gerald Cleaver, pubblicato lo scorso anno e di cui parleremo prossimamente. Intanto, un assaggio dal vivo.


Gli Aggregate Prime sono la nuova band capitanata dal grande batterista Ralph Peterson. Della partita Gary Thomas (sax), Mark Whitfield (chitarra), Kenny Davis (basso) e Vijay Iyer (piano). La musica del gruppo pare estremamente interessante e ci occuperemo quanto prima dell’album d’esordio ‘Dream Deferred’, intanto ascoltiamoli dal vivo!


I Ceramic Dog sono l’estroso trio con cui Marc Ribot, Shahzad Ismaily (basso) e Ches Smith (batteria) partono dal jazz per avventurarsi nel rock più impervio e spigoloso. Una band significativa di cui, ahinoi, per ora abbiamo parlato troppo poco. Intanto gustiamoci questo bel concerto francese, visto che a fine mese il chitarrista americano tornerà in Italia!


Christian McBride, oltre ad essere uno dei maggiori contrabbassisti viventi, è pure un musicista estremamente versatile, un profondo conoscitore della musica (jazz e non solo) nonché un fermo sostenitore della comunicatività della stessa. La sua più recente formazione, il trio conUlysses Owens e Christian Sands, lo ribadisce, come possiamo sentire in questa travolgente esibizione presso gli studi dell’emittente KPLU.


Torniamo molto volentieri sulle tracce di James Brandon Lewis e del suo ottimo trio, grazie a questo bel filmato del 2015 registrato alla Rockwood Music Hall di New York. Jazz su groove hip-hop da crepare le pareti. Chi sta fermo, ECM lo colga!


Stesso strumento, nome quasi identico, David Gilmore tuttavia non è David Gilmour e coi Pink Floyd ci azzecca meno di zero. Si tratta di uno dei migliori chitarristi di oggi, molto richiesto nella scena americana. Il filmato qui sotto ce lo presenta alla guida del suo eccellente gruppo Energies Of Change, con Marcus Strickland (sax), Luis Perdomo (piano), Ben Williams (basso) e Rudy Royston (batteria), In attesa di una recensione del bel disco inciso dai cinque!


L’improvvisa ed inaspettata morte di Prince ha, come prevedibile, colpito nel profondo la scena musicale jazz degli States, a riprova dell’affetto e della stima di cui godeva il grande polistrumentista di Minneapolis. E’ lecito presupporre, nei prossimi mesi e anni, una presenza sempre maggiore del repertorio di Prince nei concerti, nei dischi e nei progetti del mondo del jazz. Intanto, possiamo ascoltare Terence Blanchard che apre il suo set dell’ultimo NOJF con una bella versione di ‘Diamonds & Pearls’.