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David Gilmore's Articles

David Gilmore, chitarrista come il bel più famoso e quasi omonimo David Gilmour dei Pink Floyd, vanta ormai una carriera importante, fra collaborazioni che ne evidenziano innanzitutto la versatilità (Geri Allen, Wayne Shorter, Don Byron, Cassandra Wilson, Dave Douglas, Rudresh Mahantappah…) e un apprendistato di tutto rispetto alla corte di Steve Coleman durante gli anni ’90. Meno folta, ma sempre di notevole spessore, la sua produzione da titolare, di cui ricordiamo l’ottimo ‘Energies Of Change’. Con ‘Transitions’, Gilmore approda alla Criss Cross come leader un eccellente quintetto con cui affronta un repertorio teso ad omaggiare maestri ed ispirazioni (Woody Shaw, Bobby Hutcherson, Toots Thielemann), con l’aggiunta di alcuni brani originali. (Continua a leggere)

David Gilmore, oramai cinquantenne, è uno dei chitarristi più richiesti del jazz americano di oggi, e ascoltandone i contributi disseminati in lungo e in largo in una carriera più che ventennale, non si fatica a capire il perché. Versatile ed evoluto, il suo stile ben si adatta alle più disparate esigenze, dalle sonorità più spigolose e geometriche di Steve Coleman al mainstream contemporaneo di Orrin Evans e molti altri ancora (Muhal Richard Abrahams, Uri Caine, Wayne Shorter, Rudresh Mahantappah, Don Byron, Dave Douglas, solo per dirne alcuni). Sorprende, piuttosto, che la sua discografia da leader sia tanto esigua. ‘Energies Of Change’, oltre ad essere il nome dell’ultimo cd, è pure quello della band, un formidabile quintetto ben rodato sui palchi e, di conseguenza, molto affiatato. (Continua a leggere)

Stesso strumento, nome quasi identico, David Gilmore tuttavia non è David Gilmour e coi Pink Floyd ci azzecca meno di zero. Si tratta di uno dei migliori chitarristi di oggi, molto richiesto nella scena americana. Il filmato qui sotto ce lo presenta alla guida del suo eccellente gruppo Energies Of Change, con Marcus Strickland (sax), Luis Perdomo (piano), Ben Williams (basso) e Rudy Royston (batteria), In attesa di una recensione del bel disco inciso dai cinque!


Donald Edwards si era segnalato con merito un paio di anni fa, con la pubblicazione del magnifico ‘Evolution Of An Influenced Mind’. Si trattava di un album moderno ed evoluto, ricco di composizioni originali e varietà stilistica, ma sotto il segno della particolare visione del batterista, desideroso di tradurre in musica tutto ciò che lo ha influenzato. In questo senso, il nuovo disco è una continuazione perfetta del precedente, tanto dal punto di vista sonoro che concettuale: stavolta sono esaminati i passaggi cardine della vita, soprattutto per mezzo di una suite in sette parti che occupa la prima metà dell’opera. Il sestetto di ‘Evolution’ è confermato quasi interamente, quindi possiamo godere nuovamente delle complesse interazioni di Walter Smith III (sax), David Gilmore (chitarra) e Orrin Evans (piano), spinti in avanti dalla nervosa batteria del leader. (Continua a leggere)