FREE FALL JAZZ

Prince's Articles

L’improvvisa ed inaspettata morte di Prince ha, come prevedibile, colpito nel profondo la scena musicale jazz degli States, a riprova dell’affetto e della stima di cui godeva il grande polistrumentista di Minneapolis. E’ lecito presupporre, nei prossimi mesi e anni, una presenza sempre maggiore del repertorio di Prince nei concerti, nei dischi e nei progetti del mondo del jazz. Intanto, possiamo ascoltare Terence Blanchard che apre il suo set dell’ultimo NOJF con una bella versione di ‘Diamonds & Pearls’.


Festeggiamo questa data con Prince, ricordando quanta ha importanza ha rivestito per la musica – anche la nostra, visto l’affetto tributatogli in questi giorni dai musicisti jazz di ogni dove. Nel giorno della Liberazione, val la pena di ricordare quanto Prince si sia battuto per liberare la musica dalle grinfie della discografia, diventando un pioniere pure in questo senso. In questo breve filmato, Prince è assieme al Prince Of Darkness, suo fervente ammiratore nell’ultima parte di carriera. Buon 25 Aprile a tutti!


Tutto sommato è facile parlare di Prince: tiri fuori uno dei tanti dischi belli e via in quarta con elogi e superlativi. Una produzione multiforme e composita la sua, che tra funk, rock, soul e r&b di tanto in tanto porta a galla anche qualche legame con la musica che trattiamo su queste pagine: inevitabile, verrebbe da pensare, visto che suo padre, John L. Nelson, era un pianista jazz e, da buon classe 1915, alla guida del Prince Rogers Trio si è goduto tutta l’epoca d’oro del genere, pur senza mai riuscire a ritagliarsi un posto davvero importante, nemmeno in seconda fila.

La prima volta che il principe di Minneapolis incrocia seriamente la strada del jazz, le circostanze sono abbastanza clamorose e lo vedono in coppia nientemeno che con Miles Davis. Il pezzo si chiama ‘Can I Play With U’: dovrebbe finire su quello che diventerà il non esattamente eccelso ‘Tutu’, ma viene escluso dalla scaletta finale. È un ottimo, vigoroso electro-funk arricchito con naturalezza dalla tromba di Miles, e non avrebbe sfigurato sul di poco successivo ‘Sign O’ The Times’: a ragione, Prince lo ritiene non in linea con il blocco di pezzi preparati da Marcus Miller per il disco di Davis e chiede la sua esclusione. Vedrà la luce solo su un popolare bootleg intitolato ‘Crucial’, ma avrebbe meritato sorte migliore. (Continua a leggere)