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La molteplicità dei concerti previsti nelle diverse sedi sparse per la città, mi ha reso impossibile quest’anno l’ascolto esaustivo delle varie esibizioni, rendendo difficile poter fare un realistico consuntivo di questa 40a edizione del Bergamo Jazz Festival, chiuso domenica sera al Teatro Creberg (posto in periferia della città, di rimpiazzo all’usuale Teatro Donizetti in centro città, attualmente in restauro) con il concerto dei quattro direttori alternatisi dal 2006 alla guida artistica della manifestazione. In questo senso, ho dovuto operare un’inevitabile selezione, con una scelta a priori alla fine caduta su complessivi otto concerti. (Continua a leggere)

149746362259417b46e3444Ormai prossimo ai quarant’anni, e perciò sulla soglia della maturità umana e artistica, il trombettista Sean Jones rappresenta il classico esempio (ma sono moltissimi i casi citabili) di un jazzista americano di prim’ordine che in Italia non riesce a trovare adeguato spazio concertistico a causa della ben nota programmazione ottusa e miope delle nostre direzioni artistiche che, in un diabolico mix tra artificiose pretese “cultural-progressiste” e ristrettissime conoscenze in materia, tendono ad appoggiarsi ad un circolo chiuso di agenzie proponenti sempre gli stessi nomi, sin quasi allo sfinimento, disegnando al pubblico un quadro delle proposte presenti sulla scena contemporanea del jazz a dir poco settario e pesantemente limitato. (Continua a leggere)

Un recente articolo su una nota rivista ha riproposto i ben noti luoghi comuni dello stupidario jazzistico, in salsa più che mai filosofico-intellettualizzante. Non poteva mancare lo sguardo paternalista al jazz pre-bebop, considerato musica importante dal punto di vista storico ma, come dire… sempliciotta, povera, robettina da negri, non certo musica d’arte. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle certe stronzate, e invece trovano ancora spazio su riviste a tiratura nazionale. Bah. Risolleviamoci l’umore con questa bella esibizione francese di Coleman Hawkins, Roy Eldridge e Vic Dickerson con sezione ritmica, che è meglio!


Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura presenteranno un progetto inedito e speciale, dal titoloVesuvio in Maggiore”, sulla vetta del vulcano più famoso al mondo, nell’ambito del festival Pomigliano Jazz in Campania. Domenica 6 agosto, a quota 1200 metri sull’orlo del cratere del gran cono, il trombettista sardo e il compositore e bandoneonista marchigiano daranno vita a una performance unica, con un programma musicale concepito per il luogo che ospita l’esibizione. Il live acustico al tramonto sul cratere del Vesuvio, è un’esperienza dall’impatto emozionale forte, quasi irripetibile, sia per la magia della musica che per la straordinaria suggestività del posto. (Continua a leggere)

Fra i molti bravi musicisti contemporanei di cui NON abbiamo ancora mai parlato figura pure Aruan Ortiz, pianista e compositore cubano trapiantato a New York con già un bel numero di collaborazioni e incisioni in carniere – non ultimo il bel ‘Hidden Voices’, in trio con Eric Revis e Gerald Cleaver, pubblicato lo scorso anno e di cui parleremo prossimamente. Intanto, un assaggio dal vivo.


Chris Lightcap è contrabbassista e compositore poco conosciuto in Italia, ma a New York è considerato tra gli strumentisti più raffinati, oltre che leader in ascesa.
Bigmouth è un gruppo incantevole, che unisce cinque fuoriclasse della scena odierna, in grado di miscelare post-bop, forma canzone, lirismo senza etichette, repertorio originale che guarda ai temi di Ornette Coleman e Charlie Haden come fonte di ispirazione, rock-cover (Beatles e Lou Reed, tra gli altri).  (Continua a leggere)

Il linguaggio musicale possiede caratteristiche tali da renderlo particolarmente adatto ed efficace ad affrontare una molteplicità di temi e sentimenti umani, utilizzando modalità espressive estremamente variegate. Il jazz ha sin dalle sua fondamenta potuto godere di un così vasto intreccio di contributi, tale da permettere al musicista di turno di affrontare certi temi con una flessibilità e trasversalità di culture e di discipline artistiche difficilmente riscontrabili in altri ambiti. (Continua a leggere)

Se i dischi di Kenny Garrett non sono sempre al massimo delle sue potenzialità (ok, è un parere personale), altra cosa sono i suoi concerti, sempre ricchi di energia, ritmo e coinvolgimento. Le quasi due ore che seguono, registrate nel 2015, lo ribadiscono! E buon weekend!


Gli Aggregate Prime sono la nuova band capitanata dal grande batterista Ralph Peterson. Della partita Gary Thomas (sax), Mark Whitfield (chitarra), Kenny Davis (basso) e Vijay Iyer (piano). La musica del gruppo pare estremamente interessante e ci occuperemo quanto prima dell’album d’esordio ‘Dream Deferred’, intanto ascoltiamoli dal vivo!


Visto che non ne parlavamo da un po’, visto che abbiamo trovato proprio ora questa bella versione di ‘Equinox’, registrata lo scorso giugno al Festival di Montreaux. Mentre aspettiamo notizie sui nuovi (ha parlato, di recente, al plurale) album, possiamo accontentarci così.