FREE FALL JAZZ

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Roy Hargrove sembra restare fedele a quel concetto di ‘earfood’ così ben incarnato dal suo album omonimo del 2009: il jazz come musica energica, sofisticata, melodica, complessa, ma pure carica di entusiasmo, vibrazioni positive e capacità di comunicazione. Il rodato quintetto del trombettista texano si è lanciato così in un lungo set di quasi due ore, bis incluso, un vero e proprio saggio di estetica black. (Continua a leggere)

Clark Terry, coi suoi 93 anni, è la più anziana leggenda vivente del jazz ancora in vita, e fino a pochi anni fa riusciva ancora ad esibirsi dal vivo. Il suo curriculum è a prova di bomba, fra i suoi allievi figurano Miles Davis e Quincy Jones, è fra i pochi ad aver suonato sia con Count Basie che con Duke Ellington in ruoli di primo piano, vanta uno stile inconfondibile che ha segnato l’evoluzione dello strumento ed è stato pure il primo afroamericano a suonare con l’orchestra dell’emittente NBC, con cui rimase dieci anni. Quincy Jones ha voluto produrre un film documentario sul suo anziano maestro, colto in un momento molto particolare della sua vita recente. La storia del film è la cronaca degli ultimi quattro anni del grande trombettista, anni in cui faceva da maestro al giovane pianista cieco Justin Kauflin, terrorizzato dal palco. Clark Terry inizia però a perdere la vista, e fra i due si forma un legame davvero speciale. E le condizioni di salute del trombettista peggiorano ulteriormente quando l’allievo deve affrontare un concorso di grande prestigio. (Continua a leggere)

Sembra che ultimamente molti jazzisti vogliano impegnarsi nella madre di tutte le guerre, ovvero riportare il jazz al grande pubblico. Intento di per sè nobile, in cui si sono avventurati molti musicisti già nel passato. Unire jazz e suoni della musica popolare del periodo, del resto, può portare a risultati artisticamente eccellenti. L’importante è che siano gli altri generi di musica ad aggiungere suoni, colori e ritmi nuovi al jazz, e non il jazz a diluirsi in versioni strumentali dei generi suddetti. Un conto è Cannonball Adderley, un altro Chuck Mangione. Questa introduzione serve per inquadrare al meglio l’esordio su Blue Note di Takuya Kuroda, trombettista giapponese trapiantato a New York. ‘Rising Son’ è uno di quegli album che, sulla carta, tenta la suddetta unione mettendo insieme jazz e soul, hip-hop, funk. (Continua a leggere)

L’apologia di Christian Scott prosegue imperterrita sulle nostre webpagine. Del resto su YouTube si trovano sempre più esibizioni di questo straordinario artista, in Italia considerato meno di zero… cosa possiamo fare noi, se non insistere? Questo concerto risale allo scorso 15 ottobre, vede la formazione nuova col sax di Braxton Cook e  pure la partecipazione di Isadora Mendez Scott (moglie di Christian).


La carriera di Tom Harrell prosegue senza soste, alla guida del magnifico quintetto che lo accompagna stabilmente, ormai, dal 2007. Tuttavia il buon Tom sta per lanciare pure una nuova formazione, Color Of Dreams, che estende il quintetto base con le presenze di Jaleel Shaw (sax contralto) ed Esperanza Spalding (contrabbasso e voce). In attesa di ascoltarli su disco o vederli dal vivo, possiamo gustarci questo succulento antipasto.




Questo sketch di Fiorello dice più di mille analisi sullo strano rapporto fra jazz e Italia, diciamoci la verità e aggiungiamo “purtroppo”…

Esce questa settimana ‘Creole Soul’, il quarto disco dello strepitoso trombettista di Trinidad Etienne Charles. Ovviamente ci occuperemo approfonditamente di questo lavoro con recensione e, forse, intervista. Nel frattempo, vi offriamo due succosi antipasti: il primo è il clip del ‘making of’, il secondo è l’album intero in streaming dal sito del New York Times!


 

Per ravvivare questo weekend, ecco un concerto del grandissimo Freddie Hubbard in quel di Ancona. La formazione comprende pure un giovanissimo Kenny Garret in forma smagliante, quindi prendetevi venti minuti per questa splendida versione di ‘Little Sunflower’!


Non ci siamo mai occupati, almeno finora, di Roy Hargrove – qualche suo disco che aspetta in coda recensioni c’è, fra l’altro, quindi prima o poi ci torneremo. Magari con ‘Earfood’, album portato in giro proprio con questo tour. Intanto segnaliamo questo abbondantissimo (due ore e mezza) concerto col suo quintetto acustico: Post-bop di alto livello, con quell’energia che non sempre Roy riesce a mettere in studio.