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Tom Harrell's Articles

Uscirà il prossimo 9 settembre su Highnote ‘Something Gold, Something Blue’, il nuovo cd di Tom Harrell. (Continua a leggere)

Foto: ©Luca Ciccioni.

Il tour di Tom Harrell con la sua nuova band (chiamata ‘Colors Of A Dream’ come l’omonimo disco che ahinoi non abbiamo ancora recensito) fa tappa al Teatro Civico di La Spezia, un’occasione da non perdere per vedere in azione uno dei grandi del jazz contemporaneo. (Continua a leggere)

Il mese prossimo Tom Harrell sarà in Italia per suonare con la sua nuova band Colors Of A Dream. Contando di andare e recensire lo spettacolo, intanto vi diamo in pasto questo concerto dello scorso ottobre, con il suo eccellente quintetto.


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La carriera di Tom Harrell prosegue senza soste, alla guida del magnifico quintetto che lo accompagna stabilmente, ormai, dal 2007. Tuttavia il buon Tom sta per lanciare pure una nuova formazione, Color Of Dreams, che estende il quintetto base con le presenze di Jaleel Shaw (sax contralto) ed Esperanza Spalding (contrabbasso e voce). In attesa di ascoltarli su disco o vederli dal vivo, possiamo gustarci questo succulento antipasto.


Molti di voi, probabilmente, avranno conosciuto Jonathan Blake come batterista dell’eccellente quintetto di Tom Harrell, ruolo che ricopre ormai da diversi anni. Non solo, perché può vantare pure collaborazioni con Kenny Barron, David Sanchez, la Mingus Big Band e altri ancora, in una carriera che ha ormai superato i quindici anni. Può sorprendere che solo adesso arrivi il suo esordio da leader, intitolato non a caso ‘The Eleventh Hour’, un modo di dire traducibile come ‘quasi troppo tardi’. Jonathan ha formato un bel quintetto (Jaleel Shaw al contralto, Mark Turner al tenore, Kevin Hays al piano e Ben Street al basso) cui si aggiungono, di volta in volta, vari ospiti che forniscono un contributo molto azzeccato alle necessità del pezzo; il tutto nel segno di un linguaggio mainstream intelligente ed eclettico dal suono spesso arioso, pure nei momenti più energici. (Continua a leggere)

Il segno lasciato da Jim Hall nella storia del jazz viene ricondotto sistematicamente ai motivi sbagliati: a) il rispetto “per estensione” a causa dei suoi album in duo con Bill Evans (sul cui insopportabile status post mortem ci siamo già leggermente soffermati in precedenza), b) aver ispirato gente di malaffare tipo Al Di Meola o Pat Metheny (ossia la gioia di tutti gli autori di cruciverba: “9 orizzontale: il Metheny chitarrista” sta alle parole crociate come ‘My Funny Valentine’ o ‘Round Midnight’ stanno al jazz). Che poi si tratti anche (soprattutto) di uno dei migliori interpreti della sei corde per molti è quasi secondario, ma fortunatamente restano i dischi a confermarlo.

Per quanto non se ne parli mai in favore di altri titoli, ‘These Rooms’ è di certo tra le migliori prove nel nutrito catalogo di Jim Hall, penalizzato forse solo da una reperibilità non proprio facilissima (nonostante pare sia in giro una ristampa del 2008 su Disconforme) che ne ha limitato la diffusione tra gli appassionati. (Continua a leggere)