FREE FALL JAZZ

il Metheny chitarrista's Articles

Come tutti i musicisti che hanno saputo ottenere un grande successo commerciale in prossimità o a latere del jazz, Pat Metheny è sempre ascoltato e giudicato con un certo sospetto dagli appassionati più intransigenti, se non con vero e proprio pregiudizio, anche quando il tempo di quel successo, ottenuto nel suo caso con il celeberrimo Pat Metheny Group (PMG), è già passato da un pezzo e sarebbe oggi possibile valutare la sua musica e la sua opera, anche attuale, con maggiore distacco ed equilibrio critico, anche dai cosiddetti “puristi”. Chi come il sottoscritto prese ai tempi una reale cotta giovanile per la musica di quel gruppo, non può non riconoscere che quel sound, al tempo considerato così fresco e nuovo, risulta oggi piuttosto datato.

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Il segno lasciato da Jim Hall nella storia del jazz viene ricondotto sistematicamente ai motivi sbagliati: a) il rispetto “per estensione” a causa dei suoi album in duo con Bill Evans (sul cui insopportabile status post mortem ci siamo già leggermente soffermati in precedenza), b) aver ispirato gente di malaffare tipo Al Di Meola o Pat Metheny (ossia la gioia di tutti gli autori di cruciverba: “9 orizzontale: il Metheny chitarrista” sta alle parole crociate come ‘My Funny Valentine’ o ‘Round Midnight’ stanno al jazz). Che poi si tratti anche (soprattutto) di uno dei migliori interpreti della sei corde per molti è quasi secondario, ma fortunatamente restano i dischi a confermarlo.

Per quanto non se ne parli mai in favore di altri titoli, ‘These Rooms’ è di certo tra le migliori prove nel nutrito catalogo di Jim Hall, penalizzato forse solo da una reperibilità non proprio facilissima (nonostante pare sia in giro una ristampa del 2008 su Disconforme) che ne ha limitato la diffusione tra gli appassionati. (Continua a leggere)