Organista 75enne newyorchese, Lonnie Smith (autodeclamatosi “doctor” agli albori del nuovo millennio) regna da oltre mezzo secolo come un maestro di innovazione e sperimentazione. Poco importa se è stato lontano dalla fida Blue Note Records per quarantasei anni. Quando vi è tornato per incidere Evolution, a fine 2015, ha subito abbracciato la causa dell’attuale presidente dell’etichetta, Don Was: presentare i futuri movimenti del jazz e allo stesso tempo onorare coloro che ne hanno forgiato la tradizione. Mastro creatore di groove e consumato showman, Smith ha pensato bene di registrare All in My Mind in una dimensione live perché, come afferma lui stesso, “è difficile catturare ciò che sento in questo momento in studio”. (Continua a leggere)
Uscirà il prossimo 9 settembre su Highnote ‘Something Gold, Something Blue’, il nuovo cd di Tom Harrell. (Continua a leggere)
Il nome potrebbe far pensare al Black Arts Movement di Amiri Baraka, il ramo artistico del movimento Black Power degli anni ’60, e forse non è una scelta casuale. Il Black Art Jazz Collective, nato nel 2012, è un collettivo, nella forma di sestetto che comprende musicisti ben noti nel panorama newyorkese e americano: Jeremy Pelt (tromba), Wayne Escoffery (sax), James Burton (trombone), Xavier Davis (piano), Vincente Archer (contrabbasso) e Jonathan Blake (batteria). (Continua a leggere)
Il secondo album di Jonathan Blake è dedicato a chi se n’è andato ma non è stato dimenticato, come recita il titolo. Cedar Walton, Jim Hall, Paul Motian, Mulgrew Miller sono solo alcuni degli artisti cui il poderoso batterista rende omaggio, assemblando un fantastico quartetto con Ben Street al contrabbasso e i sassofonisti Mark Turner e Chris Potter. Una scelta, per quanto riguarda la frontline, davvero azzeccata, visto lo stile perfettamente complementare dei due: robusto e aggressivo Potter, melodico e astratto Turner. Un connubio che potremmo liquidare banalmente, citando celebri coppie di opposti come Hawkins/Young o Gordon/Grey, ma sarebbe ingiusto, vista la personalità e l’autorevolezza dei due. (Continua a leggere)
Il tour di Tom Harrell con la sua nuova band (chiamata ‘Colors Of A Dream’ come l’omonimo disco che ahinoi non abbiamo ancora recensito) fa tappa al Teatro Civico di La Spezia, un’occasione da non perdere per vedere in azione uno dei grandi del jazz contemporaneo. (Continua a leggere)
La carriera di Tom Harrell prosegue senza soste, alla guida del magnifico quintetto che lo accompagna stabilmente, ormai, dal 2007. Tuttavia il buon Tom sta per lanciare pure una nuova formazione, Color Of Dreams, che estende il quintetto base con le presenze di Jaleel Shaw (sax contralto) ed Esperanza Spalding (contrabbasso e voce). In attesa di ascoltarli su disco o vederli dal vivo, possiamo gustarci questo succulento antipasto.
Nelle orecchie (mie, per lo meno) è ancora forte l’eco del bellissimo ‘The Eleventh Hour’, quindi perché non pubblicare questo bel clip di Blake dal vivo coi suoi ragazzi? Detto fatto, eccolo qui. Da notare la presenza del bravissimo Dayna Stephens al sax, al posto dell’impegnatissimo Mike Turner.
Molti di voi, probabilmente, avranno conosciuto Jonathan Blake come batterista dell’eccellente quintetto di Tom Harrell, ruolo che ricopre ormai da diversi anni. Non solo, perché può vantare pure collaborazioni con Kenny Barron, David Sanchez, la Mingus Big Band e altri ancora, in una carriera che ha ormai superato i quindici anni. Può sorprendere che solo adesso arrivi il suo esordio da leader, intitolato non a caso ‘The Eleventh Hour’, un modo di dire traducibile come ‘quasi troppo tardi’. Jonathan ha formato un bel quintetto (Jaleel Shaw al contralto, Mark Turner al tenore, Kevin Hays al piano e Ben Street al basso) cui si aggiungono, di volta in volta, vari ospiti che forniscono un contributo molto azzeccato alle necessità del pezzo; il tutto nel segno di un linguaggio mainstream intelligente ed eclettico dal suono spesso arioso, pure nei momenti più energici. (Continua a leggere)