FREE FALL JAZZ

Wayne Escoffery's Articles

Il nome potrebbe far pensare al Black Arts Movement di Amiri Baraka, il ramo artistico del movimento Black Power degli anni ’60, e forse non è una scelta casuale. Il Black Art Jazz Collective, nato nel 2012, è un collettivo, nella forma di sestetto che comprende musicisti ben noti nel panorama newyorkese e americano: Jeremy Pelt (tromba), Wayne Escoffery (sax), James Burton (trombone), Xavier Davis (piano), Vincente Archer (contrabbasso) e Jonathan Blake (batteria). (Continua a leggere)

Pochissima musica, stavolta, ma una piccola conferenza da parte di Wayne Escoffery. Il sassofonista, visto di recente in Italia al BAM Festival, parla di jazz al Barnad College di New York, di come sia parte integrante della cultura americana, e di come vorrebbe vedere più gente, neri in particolare, ai concerti di jazz – perché, come nota giustamente, Duke Ellington, Miles Davis o Sonny Rollins sono figure importanti quanto Martin Luther King. Il video è inserito nel circuito TED, un programma di conferenze svolto in varie parti del mondo incentrato sulle “ideas worth spreading”.


Foto: ©Luca Ciccioni.

Il tour di Tom Harrell con la sua nuova band (chiamata ‘Colors Of A Dream’ come l’omonimo disco che ahinoi non abbiamo ancora recensito) fa tappa al Teatro Civico di La Spezia, un’occasione da non perdere per vedere in azione uno dei grandi del jazz contemporaneo. (Continua a leggere)

Il mese prossimo Tom Harrell sarà in Italia per suonare con la sua nuova band Colors Of A Dream. Contando di andare e recensire lo spettacolo, intanto vi diamo in pasto questo concerto dello scorso ottobre, con il suo eccellente quintetto.


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La carriera di Tom Harrell prosegue senza soste, alla guida del magnifico quintetto che lo accompagna stabilmente, ormai, dal 2007. Tuttavia il buon Tom sta per lanciare pure una nuova formazione, Color Of Dreams, che estende il quintetto base con le presenze di Jaleel Shaw (sax contralto) ed Esperanza Spalding (contrabbasso e voce). In attesa di ascoltarli su disco o vederli dal vivo, possiamo gustarci questo succulento antipasto.


Il nome di Wayne Escoffery, con ogni probabilità, è noto essenzialmente ai seguaci di Tom Harrell, nel cui quintetto ricopre da qualche anno il posto di sassofonista. E con merito, va detto. ‘The Only Son Of One’ è la sua ultima uscita da leader, a pochi anni di distanza dall’ottimo ‘Uptown’ che riaggiornava il quartetto soul jazz fatto di sax, chitarra, organo e batteria. Stavolta le coordinate stilistiche, così come le ambizioni, sono molto diverse: si tratta, essenzialmente, di un complesso disco concept incentrato sull’autoanalisi e sul venire a patti con una brutta infanzia e un padre violento. Una narrazione complessa che viene affrontata come un percorso fatto di atmosfere contrastanti in nove brani ben arrangiati e complessi, tutti scritti da Escoffery seguendo un po’ il modello compositivo di Harrell: melodie chiare e luminose, lunghi assolo ben legati al tema, band compatta, arrangiamenti che mettono in risalto i diversi caratteri dei brani e delle sezioni. (Continua a leggere)