FREE FALL JAZZ

Clark Terry's Articles

Un cast stellare con Clark Terry, James Moody, Zoot Sims, Dizzy Gillespie, Coleman Hawkins, Benny Carter, Teddy Wilson, Bob Cranshaw, Louie Bellson e T-bone Walker non avrà mica bisogno di un’introduzione, vero?


Dopo una lunga lotta col diabete, Clark Terry è alla fine scomparso ieri all’età di 94 anni (fonte). Era il più vecchio dei Grandi Vecchi del jazz rimasti in giro. Cosa dire di una delle trombe storiche del jazz? Ha suonato sia con Count Basie che con Duke Ellington, ha affrontato l’arrivo del be-bop adattandovisi senza colpo ferire, ha lavorato con JJ Johnson, Louis Armstrong, Charles Mingus, McCoy Tyner, Wes Montgomery, Sonny Rollins, Sarah Vaughn, Cecil Taylor, Ray Charles e qualunque altro grande, fu pure il primo musicista nero sul libro paga dell’emittente NBC in qualità di direttore della band del Tonight’s Show. E la sua tromba ha influenzato migliaia di artisti, a partire dal concittadino Miles Davis. Un lascito davvero enorme, il suo. RIP, come si dice in questi casi.

Clark Terry, coi suoi 93 anni, è la più anziana leggenda vivente del jazz ancora in vita, e fino a pochi anni fa riusciva ancora ad esibirsi dal vivo. Il suo curriculum è a prova di bomba, fra i suoi allievi figurano Miles Davis e Quincy Jones, è fra i pochi ad aver suonato sia con Count Basie che con Duke Ellington in ruoli di primo piano, vanta uno stile inconfondibile che ha segnato l’evoluzione dello strumento ed è stato pure il primo afroamericano a suonare con l’orchestra dell’emittente NBC, con cui rimase dieci anni. Quincy Jones ha voluto produrre un film documentario sul suo anziano maestro, colto in un momento molto particolare della sua vita recente. La storia del film è la cronaca degli ultimi quattro anni del grande trombettista, anni in cui faceva da maestro al giovane pianista cieco Justin Kauflin, terrorizzato dal palco. Clark Terry inizia però a perdere la vista, e fra i due si forma un legame davvero speciale. E le condizioni di salute del trombettista peggiorano ulteriormente quando l’allievo deve affrontare un concorso di grande prestigio. (Continua a leggere)

Tra le strenne natalizie arrivate in libreria durante le ultime festività non poteva mancare qualcosa che stuzzicasse l’appetito degli appassionati di jazz e dintorni. ‘Miles Davis – La Storia Illustrata’ sin dal titolo fa capire si tratti di qualcosa di bello innanzitutto a vedersi, e così è: un grande coffee table book in cui la parabola artistica dello storico trombettista viene rievocata attraverso immagini di alta qualità che comprendono anche un centinaio di scatti inediti recuperati dagli archivi dei fotografi più noti.

Proprio la parte grafica è il piatto forte, ma di sicuro non l’unico motivo d’interesse: c’è spazio anche per un’ampia trattazione biografica. La carriera di Miles viene divisa in una serie di macrosezioni facilmente individuabili, con la narrazione scandita soprattutto attingendo alla ben nota autobiografia e analizzando i contenuti dello sterminato lascito discografico, almeno per quanto riguarda gli album più significativi. (Continua a leggere)