FREE FALL JAZZ

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Che firmare autografi non fosse l’attività preferita di Miles Davis è risaputo, infatti i pochi riusciti nell’impresa di strappargli una firma la conservano come una preziosa reliquia. Quanto preziosa lo scopriamo oggi su Ebay. Sul noto sito di  aste online è infatti apparso un vinile di ‘Kind Of Blue’ il cui retrocopertina presenta dediche non solo di Miles ma anche del batterista Jimmie Cobb.

“To Leo, Miles Davis, thank you” e “Best wishes, Jimmie Cobb, July 3rd 1960”: il venditore spiega che gli autografi sono stati ottenuti al Blackhawk jazz club di San Francisco dal padre del possessore del disco, che avrebbe approcciato i musicisti al bar prima dell’inizio del loro secondo set. Soprattutto, il disco viene presentato come l’unica copia autografata di ‘Kind Of Blue’ mai ufficialmente rintracciata. Il tutto proposto alla modica cifra di 35.000 dollari; circa 26.204,47, spiega Ebay, aggiungendo che 41 utenti stanno osservando questo oggetto.

Stiamo seriamente pensando di mettere in vendita una copia autografata del disco di Erminio Furlo.

Tra le strenne natalizie arrivate in libreria durante le ultime festività non poteva mancare qualcosa che stuzzicasse l’appetito degli appassionati di jazz e dintorni. ‘Miles Davis – La Storia Illustrata’ sin dal titolo fa capire si tratti di qualcosa di bello innanzitutto a vedersi, e così è: un grande coffee table book in cui la parabola artistica dello storico trombettista viene rievocata attraverso immagini di alta qualità che comprendono anche un centinaio di scatti inediti recuperati dagli archivi dei fotografi più noti.

Proprio la parte grafica è il piatto forte, ma di sicuro non l’unico motivo d’interesse: c’è spazio anche per un’ampia trattazione biografica. La carriera di Miles viene divisa in una serie di macrosezioni facilmente individuabili, con la narrazione scandita soprattutto attingendo alla ben nota autobiografia e analizzando i contenuti dello sterminato lascito discografico, almeno per quanto riguarda gli album più significativi. (Continua a leggere)

L’idea originale era piuttosto semplice: uno spazio per consigliare vecchi dischi passati per un motivo o per l’altro sotto silenzio. Da lì poi ci siamo lasciati prendere la mano: perché limitarci solo al, pur ottimo, vecchiume? E allora via i paletti ed ecco Free Fall.

“Free” perché tendiamo a non essere incravattati, ingessati e/o pretenziosi, ma anche perché scriviamo più o meno quel che ci pare quando ci pare (purché abbia una minima attinenza con jazz e dintorni), senza essere costretti a stare necessariamente sul pezzo.

“Fall” perché così il titolo è direttamente ispirato a un album che da queste parti apprezziamo particolarmente.

E poi Jimmy Giuffre era tanto amato anche da quest’uomo qui, che proprio a lui s’ispirò per scegliersi il nome di battaglia: un motivo in più.

Perché il jazz non inizia con ‘Kind Of Blue’ e non finisce con ‘A Love Supreme’.