FREE FALL JAZZ

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A dispetto della fama di persona burrascosa e polemica, Matthew Shipp, pianista e compositore fra i più attivi negli ultimi vent’anni abbondanti di jazz, si è dimostrato amichevole e gentile nel rispondere alle nostre domande. Evidentemente, questa fama è immeritata: il newyorkese parla con disinvoltura della sua musica e oltre, scivolando fra passato e presente, jazz e… punk rock. (Continua a leggere)

Matt Mitchell, nonostante abbia esordito solo nel 2013 con Fiction, pubblicato dalla Pi Recordings in duo con Ches Smith, è già da anni uno dei pianisti più celebrati e richiesti nella scena avant-jazz americana. Grazie a una notevole preparazione tecnica e accademica (tra i vari impegni, è anche insegnante in diverse scuole di New York come la School for Improvisational Music e la New School), sono diversi i musicisti che si sono avvalsi del suo talento: il suo curriculum vanta collaborazioni con personaggi come Tim Berne. Dave Douglas, Kenny Wheeler e David Torn, la partecipazione ad alcuni dei dischi più notevoli del jazz contemporaneo (come ‘Fourteen’ di Dan Weiss l’anno scorso e ‘Bird Calls‘ di Rudresh Mahanthappa, candidato fin dalla sua uscita a inizio anno ad essere una delle release jazz migliori del 2015), e perfino un fugace flirt con la band avant-prog Thinking Plague (con cui ha suonato su A History of Madness del 2003). Proprio per questo, stupisce relativamente che la sua seconda prova da leader con il doppio album ‘Vista Accumulation’ (pubblicato nel 2015 dalla Pi Recordings, che si conferma nuovamente come una delle label più importanti degli anni Dieci nell’ambito jazz) mostri una visione di insieme così ampia e profonda. (Continua a leggere)

Art Tatum è uno dei grandi maestri del piano jazz, sebbene a livello critico la sua figura non sia stata ancora approfondita troppo. Su YouTube adesso è possibile reperire ‘The Art Of Jazz Piano’, l’unico documentario esistente sul genio di Toledo. E quindi, eccovelo!