FREE FALL JAZZ

Se la battaglia per riportare di nuovo il jazz (senza sconti né ruffianerie) in mezzo al pubblico casuale sembra persa in partenza, purtroppo, gli Industrial Revelation sono uno di quei nomi che meglio potrebbe riuscire ad oltrepassare i confini del ghetto jazzistico e farsi apprezzare. Il quartetto di Seattle, guidato dal batterista e compositore D’vonne Lewis, sintentizza un sound moderno, originale, sofisticato ed accessibile, anche nel caso di un imponente doppio album come ‘Liberation & The Kingdom On Nri’. Groove e melodia sono i due punti essenziali degli Industrial Revelation, che costruiscono i loro brani sull’energia ritmica, armonie quasi pop e splendide melodie, con grande risalto per la tromba di Ahamefule J. Oluo: il suono robusto, l’attacco esplosivo, lo stile quasi cantato e squillante si ricollegano alle grandi trombe del sud, da Louis Armstrong a Clark Terry fino a Nat Adderley e Wynton Marsalis. E parlando di Marsalis, la band sembra prendere le mosse dal suo eccezionale quartetto degli anni ’80, quello di ‘J Mood’ per intendendersi, per poi spingersi nella direzione di Russell Gunn e Christian Scott, con strumenti elettrici (Fender Rhodes e synth in primis) e ritmi swingati fusi con altri funk, hip hop e marching band, senza dimenticare frastornanti blues e gospel in chiave elettrifica e l’immediatezza comunicativa del rock. L’album ha pure una grande coesione narrativa, essendo una sorta di concept album sulla civiltà africana di Nri, e una scorrevolezza rara. Caldamente consigliato per comprendere bene il jazz di oggi, e acquistabile esclusivamente dal sito della band.
(Negrodeath)

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