La stagione 2014-2015 di Aperitivo in concerto, che era stata inaugurata il 19 Ottobre con il concerto di Jaques Morelenbaum Cello Samba Trio, è proseguita in questa domenica novembrina con l’atteso concerto del settantaseienne sassofonista Charles Lloyd, in prima e unica data italiana, con una formazione a dir poco stimolante e la presentazione di una lunga e variegata suite intitolata “Wild Man Dance Suite”, che ha visto la presenza di alcuni tra i più interessanti giovani musicisti sulla scena jazzistica contemporanea. (Continua a leggere)
Il nome di Gerald Clayton è sulla bocca di tutti, o per lo meno di molti, da diversi anni. Merito di due validissimi album in trio, certo, ma pure di una lunga serie di collaborazioni importanti assieme a molti astri del nuovo (e meno nuovo) jazz americano, non ultimi Roy Hargrove, Terri Lynn Carrington, Ambrose Akinmusire e il recentissimo NEXT Collective. Con ‘Life Forum’ Clayton realizza la sua opera più ambiziosa fino ad oggi, un album di ampio respiro strutturato quasi come un’unica suite dai molteplici spunti e dall’organico variabile. Al trio base, con il contrabbasso di Joe Sanders e la batteria di Justin Brown, si aggiungono infatti diversi ospiti che ampliano sonorità ed intensità del singolo brano, senza che l’insieme perda in coerenza. (Continua a leggere)
Per il NEXT Collective si può rispolverare l’antica definizione di supergruppo. E’ una cattiva abitudine del rock, tipica di musicisti senza più idee nè stimoli che provano ad attirare la sommatoria dei rispettivi fan per restare sulla cresta dell’onda: ne escono spesso ciofeche come Black Country Communion o Superheavy (giusto per citare cose recenti). Non è questo il caso del NEXT, fortunatamente, anche se è necessario spendere qualche altra riga di introduzione. Questo gruppo è stato fortemente voluto dal produttore Chris Dunn, che ha fatto una proposta ad un manipolo di giovani stelle del jazz odierno (tutti già su Concord o sul punto di diventarlo): l’aggiornamento del Real Book con l’introduzione di nuovi standard nel tentativo di vincere la madre di tutte le guerre, ovvero riportare i giovani al jazz (o viceversa). Se l’idea in sè non è nuovissima, vedi Bad Blus o Brad Meldhau, dobbiamo dire che il risultato conseguito dal NEXT è davvero fresco e interessante. (Continua a leggere)