FREE FALL JAZZ

Avishai Cohen's Articles

A volte mi domando cosa sarebbe successo alla Cappella Sistina se il Buonarroti nel ricevere l’incarico di ridipingerla avesse dovuto subire dal suo finanziatore, Papa Giulio II, serie ingerenze su come svolgerlo. Ben si sa che il mecenatismo ha avuto un ruolo decisivo nella produzione della grande arte rinascimentale e il paragone, apparentemente paradossale, mi è venuto in mente mentre ascoltavo questo disco ben suonato ma inaspettatamente noioso di Avishai Cohen, trombettista israeliano ma operativo a New York, giustamente tra i più acclamati sulla scena jazzistica contemporanea e recentemente approdato alla scuderia ECM di Manfred Eicher. Il noto produttore tedesco sembra infatti avere la capacità di far suonare qualsiasi musicista che ingaggi allo stesso modo, secondo una estetica che sembra richiedere al musicista di turno più o meno volutamente, o semplicemente in forma indotta (non saprei stabilire precisamente in questo caso), di conformarsi ad un “suono” ben preciso, proprio della linea che identifica da anni la casa discografica stessa. (Continua a leggere)

Avishai Cohen è uno dei migliori trombettisti odierni, con una carriera di alto livello dalle molteplici sfumature. Curioso che solo in aprile 2016 Musica Jazz abbia voluto dargli una copertina, in corrispondenza dell’uscita di un album su ECM – album che, secondo un pregiudizio duro a morire ma raramente fallace, dev’essere il più insipido e noioso realizzato finora. Cogliamo l’occasione per pubblicare invece questo bel pezzo dal vivo, in trio con Yoni Zelnik (basso) e Jeff Ballard (batteria).


Tra Musica e Scienza ci sono molte più affinità di quanto non si creda in prima istanza e non solo sul piano meramente fisico, legato alla produzione dei suoni, ma anche in termini di logica costruzione formale e strutturale. Per questo gli organizzatori di Bergamo Scienza in tutte le edizioni propongono ogni anno qualche tema legato alla musica, ingaggiando qualche affermato musicista per un’esibizione concertistica. A chiusura della XII edizione, gli organizzatori della manifestazione hanno ritenuto interessante invitare il contrabbassista e compositore Avishai Cohen con il suo trio completato da Nitai Hershkovits al piano e Daniel Dor alla batteria. (Continua a leggere)

In questo 2012 ormai agli sgoccioli c’è tempo anche per la conferma di Avishai Cohen – il trombettista, non l’omonimo bassista – tra i migliori volti nuovi (si fa per dire, visto che il suo esordio risale ormai a una decina d’anni fa) della musica jazz. ‘Triveni II’, come la prima parte uscita un paio d’anni fa, lo vede alla guida di un trio tanto inusuale quanto solidissimo, completato dalla sezione ritmica di Omer Avital (basso) e Nasheet Waits (batteria): i risultati sono altrettanto entusiasmanti.

Già i due originali di apertura, ‘Safety Land’ e ‘B.R. Story’ (quest’ultima già anticipata dal vivo quando lo abbiamo visto l’anno scorso)  mettono bene in chiaro i territori in cui ci si muoverà: un trascinantissimo post bop con qualche tendenza free; si veda ad esempio il break centrale della già citata ‘Safety…’, in cui prima la batteria e poi il basso si ritrovano a improvvisare da soli al centro della scena. La lista degli artisti omaggiati con riletture poi parla da sé: (Continua a leggere)

Non proprio field recording (ossia la registrazione di rumori d’ambiente), ma quasi: è ciò che spesso chiedono quelli del sito americano npr.com ai musicisti che riescono ad “agganciare”. Sessioni improvvisate in cui i “malcapitati” sono invitati a jammare in luoghi insoliti, integrando i propri strumenti con materiali non esattamente ortodossi. Vi proponiamo qui 3 minuti di piccolo capolavoro: la tromba di Avishai Cohen si sposa con il tappeto ritmico creato dal fenomenale Eric Harland (il cui personale curriculum comprende gente come McCoy Tyner, Greg Osby e Terence Blanchard, giusto per dire), che percuote le bacchette su due rottami metallici. Un espediente vecchio come il cucco, ma di rado così efficace: chapeau.

Anno dopo anno, nel corso di tre lustri, Pomigliano Jazz si è ritagliato uno spazio importante tra gli eventi della nostra penisola dedicati alla musica di cui leggete su queste pagine, portando (gratis!) in provincia di Napoli nomi colossali come Herbie Hancock, Lester Bowie, Elvin Jones, McCoy Tyner, Ahmad Jamal e Anthony Braxton. L’edizione 2011 è giunta avvolta in una coltre d’incertezza: per un momento si è temuto persino per la sopravvivenza del festival, almeno finchè, a pochi giorni dalla manifestazione, non è stato finalmente rivelato il programma definitivo. Nostro personale highlight: l’esibizione, il 10 settembre, del trombettista Avishai Cohen (da non confondere con l’omonimo contrabbassista). (Continua a leggere)