FREE FALL JAZZ

Accelerando's Articles

Foto di Bar Borsa        

Che bello il venerdì. Il venerdì è la fine della settimana e questo basta a renderlo un giorno speciale. Ma quel venerdì doveva essere ancora più speciale. Al conservatorio di Novara, era in programma un live del Trio di Vijay Iyer. A Novara, a 20 minuti di pandino; non in una lontana Nürgenbrigensbrunzhen a caso nel punto più remoto della Germania da casa mia. A Novara. Già mi vedevo, pieno di Bagna càuda, trasudante aglio e bello avvinazzato di un buon rosso delle Langhe a gustarmi il concerto di uno dei più estrosi e abili pianisti in circolazione.

E invece no: “Purtroppo a causa di uno sciopero dei trasporti aerei il Vijay Iyer Trio è bloccato a Bucarest e non riuscirà ad atterrare in tempo per la performance a Novara. Il concerto previsto per stasera all’Auditorium Cantelli è pertanto annullato. Serena, conservatorio di Novara”… Finii di bestemmiare dopo due ore. Vomitato addosso al prete mi slegai dal letto benedetto e scesi in garage gattonando all’indietro. Il pandino già mi aspettava scalpitando. Partii a fuoco. Arrivato al confine Slavo mi calmai. Decisi che l’operazione “Vai a prendere Vijay a Bucarest e portalo a Novara” doveva finire lì. Ripresi coscienza a poco a poco e appresi che di lì a due giorni avrebbe suonato al Bar Borsa di Vicenza. (Continua a leggere)

Rhythm Is A Dancer. Chi attualmente gira attorno alla trentina di certo ricorderà il tormentone eurodance degli Snap, che nella torrida estate di esattamente vent’anni fa si ascoltava ovunque. Non stiamo andando fuori tema, è che il titolo di quella canzone riassumerebbe alla perfezione gli intenti dietro il ritorno dell’ormai affermato Vijay Iyer. “Quest’album – svela tra le note di copertina il pianista newyorkese – segue la linea genealogica della più creativa musica americana basata sui ritmi ballabili”, spiegando il filo sottile che unisce i suoi originali a riletture pescate da repertori tanto distanti tra loro, che vanno dal sottovalutato pianista Herbie Nichols alla disco/funk degli Heatwave, passando per Michael Jackson e il genietto electro Flying Lotus.

Tanta varietà trova la sua coesione nella visione di fondo, che vede ogni brano condito da impressionanti “giochi” ritmici: praticamente tutti quelli immaginabili e anche di più (e non è un’iperbole). (Continua a leggere)