FREE FALL JAZZ

Archive for " luglio, 2014 "

‘Shibui’ è la nuova, erculea fatica del contrabbassista Enrico Fazio alla guida di un ottetto davvero interessante. Sono molte le influenze riscontrabili qui dentro: le formazioni allargate di Charles Mingus e Gil Evans, i dischi Blue Note di Grachan Moncur e Sam Rivers, il jazz filtrato attraverso le lenti di Henry Cow, Colosseum e pure Frank Zappa (in particolare di ‘The Grand Wazoo’ e ‘Roxy And Elsewhere’). Aggiungono ulteriori spezie musica da banda e folk di sapore mediterraneo (forse). Il violino di Luca Campioni, usato in maniera non certo ortodossa, rimanda ai King Crimson come all’esperienza di Jean Luc Ponty, mentre la parte bassa dello spettro viene arricchita e movimentata dall’interazione fra contrabbasso e varie combinazioni di sax baritono, tuba e clarone. (Continua a leggere)

L’Orchestra del 41° parallelo: un “viaggio orizzontale” al Civita Festival 

Venerdì 1 agosto al Civita Festival di Civita Castellana (VT) la seconda tappa del tour estivo dell’Orchestra femminile che compie il suo “viaggio orizzontale” tra i Paesi del 41° parallelo come Turchia, Stati Uniti, Grecia, Albania, Armenia, Bulgaria, Macedonia, Portogallo, Spagna, Italia Centro-Meridionale. Special guest, Isabella Mangani.

E’ scomparso pure Giorgio Gaslini, un vero nome storico del jazz italiano. E non solo, visti i suoi lavori nel campo della colonna sonora, della canzone e della musica accademica. Fu, tra l’altre cose, uno dei primissimi musicisti a utilizzare principi di musica seriale nel jazz, vedi l’ottetto di ‘Tempo e Relazione’ (1957).  Un peccato che molti lo conoscano solo ed esclusivamente per ‘Profondo Rosso’.

Martedì 29 Luglio 2014 – ore 21.00

I Salotti Musicali

Piazza del Popolo – Palazzo del Comune – Latina (LT) (Continua a leggere)

Mentre i festival italiani jazz sborsano migliaia di euro per portare musicisti improponibili nella speranza di raccattare pubblico generico, altrove le cose vanno un filino meglio. In Svizzera, per esempio, nel microscopico paese di Cully, c’è un festival in cui lo scorso anno ha suonato pure Steve Coleman. Ed è proprio in quella circostanza che è stata ripresa questa bellissima versione di ‘Respiratory Flow’.


Uscito ormai dieci anni fa, ‘New Thing’ è una sortita in solitario di Wu Ming 1, esponente del noto collettivo Wu Ming. Non si tratta comunque di un saggio musicale, quanto piuttosto di un romanzo ambientato a New York durante la tumultuosa seconda metà degli anni ’60, con le contestazioni, gli scontri e la musica del caso – nello specifico, il free jazz. Assemblato come collage di articoli di giornali, stralci documentaristici e spezzoni d’intervista, il libro parla della vicenda del Figlio di Whiteman, un assassino di musicisti free. La polizia brancola nel buio, solo una giornalista un po’ hippie del Brooklinyte collega i delitti fra di loro ipotizzando una mano comune. Qua e là, a spezzare il flusso della narrazione, troviamo i pensieri di un John Coltrane prossimo alla fine. Descritto così, ‘New Thing’ potrebbe sembrare anche interessante. Purtroppo i nodi vengono rapidamente al pettine dopo sole poche pagine. Intrecciare fatti realmente avvenuti con la finzione e utilizzare uno stile “multimediale” non è una novità, ma senza pretendere le vette di James Ellroy e John Dos Passos, è almeno lecito sperare in qualcosa di meno infantile e stereotipato. (Continua a leggere)

Lo XY Quartet di Nicola Fazzini (sax contralto, vagamente à la Lee Konitz) e Alessandro Fedrigo (chitarra basso acustica) giunge alla seconda uscita discografica su Nusica, proseguendo sulla falsariga dell’ottimo esordio. Secondo le note di accompagnamento, lo XY si pone su quella terra di confine fra musica classica del ’900 e jazz, scrittura ed improvvisazione; la musica seriale, in varie forme, sembra guidare i complessi incastri del gruppo, forti di notevoli arzigogoli metrici e strutture armoniche che galleggiano senza indicare una direzione definita. All’interno di questa cornice si muove, con notevole grazia, la componente jazzistica vera e propria, come evidenziato innanzitutto dal modo in cui il nervoso basso di Fedrigo imprime moto ad una musica che, in mani meno abili, potrebbe perdersi in un tedioso esercizio di solfeggio. (Continua a leggere)

Della calata italiana di Tom Harrell ha già raccontato con dovizia di particolari l’amico Negrodeath, che ha presenziato alla data di La Spezia. Mi sarebbe piaciuto completare il discorso riferendovi anche della sua partecipazione venerdì scorso a Pomigliano Jazz (che da quest’anno torna in Luglio come ai vecchi tempi), ma purtroppo, per motivi che un po’ ci imbarazza raccontare, non eravamo presenti. Sorvoliamo. C’eravamo però il giorno dopo, quando la serata è stata aperta dalla sorpresa Tricatiempo, quintetto campano che in un’ora fittissima di concerto incuriosisce e convince. (Continua a leggere)

Era un po’ che non pubblicavamo niente di Art Blakey e dei sempre straordinari Jazz Messengers, quindi risolviamo la giornata con questa torrenziale versione di ‘Moanin”, registrata non si sa dove, ma si suppone intorno al 1958: il disco omonimo era uscito l’anno prima e sul palco vediamo appunto Lee Morgan, Benny Golson, Bobby Timmons e Jymie Merrit.


Abbiamo scritto tante volte, fra il serio e il faceto, contro le stronzate sparse ai quattro venti da Renzo Arbore sull’italianità del jazz. Basta scorrere l’archivio. Siamo felici che gente più in gamba di noi abbia deciso di scrivere un corposo saggio etnosociomusicologico sull’argomento e pubblicarlo gratuitamente online due volte a settimana, lunedì e giovedì. Parliamo del critico Gianni Morelenbaum Gualberto, la cui opera uscirà a cadenza quindicinale presso gli amici di Tracce di Jazz. Qui tutti i dettagli. Quando le falsità e le idiozie superano il livello di guarda e restano impunite, è bene alzare la testa.

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