FREE FALL JAZZ

Lo XY Quartet di Nicola Fazzini (sax contralto, vagamente à la Lee Konitz) e Alessandro Fedrigo (chitarra basso acustica) giunge alla seconda uscita discografica su Nusica, proseguendo sulla falsariga dell’ottimo esordio. Secondo le note di accompagnamento, lo XY si pone su quella terra di confine fra musica classica del ’900 e jazz, scrittura ed improvvisazione; la musica seriale, in varie forme, sembra guidare i complessi incastri del gruppo, forti di notevoli arzigogoli metrici e strutture armoniche che galleggiano senza indicare una direzione definita. All’interno di questa cornice si muove, con notevole grazia, la componente jazzistica vera e propria, come evidenziato innanzitutto dal modo in cui il nervoso basso di Fedrigo imprime moto ad una musica che, in mani meno abili, potrebbe perdersi in un tedioso esercizio di solfeggio. Il vibrafono di Saverio Tasca crea un fondale etereo per il sax di Fazzini e dona all’album un suono delicato, fatto di equilibri studiati e mantenuti con grande attenzione e ascolto reciproco. Per fare dei paragoni, potremmo pensare a Jimmy Giuffre, in particolare quello di ‘Tangents In Jazz’, e a certi dischi di Greg Osby – jazz a volume basso ma non certo da camera, controllato e lucido, e allo stesso tempo misterioso. Si discosta ‘Tatami’, dove le note discendono lentamente in un gorgo di suoni sempre più indeterminati e astratti: un po’ come facevano a volte i Circle di Corea, Altschul, Braxton etc.

E così lo XY Quartet di Fazzini e Fedrigo segna il secondo centro consecutivo, un ulteriore passo nella definizione del proprio sound originale. Curioso come pure JD Allen, nell’ultimo ‘Bloom’, abbia seguito linee simili, ma da una prospettiva tutta “black”.
(Negrodeath)

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