FREE FALL JAZZ

Jonathan Finlayson's Articles

Non si scappa: anche quest’anno il 31 Dicembre su FFJ dobbiamo celebrare al ritmo di tastierone anni ’80 suonate da platinati capelloni svedesi. Anche perchè personalmente, per una serie di interminabili impegni collaterali, quest’anno ho imbrattato pochissimo queste pagine virtuali, dunque a scrivere almeno queste righe consuete ci tenevo particolarmente. Le “non regole” su cui ci basiamo per la compilazione delle classifiche dei nostri dischi preferiti sono le solite e probabilmente le avrete imparate, ma è bene ribadire: numero di preferenze variabile, categorie un po’ a discrezione di ciascuno. Ovviamente chi per un motivo o per l’altro non ha partecipato, è sempre parte della nostra insolita famiglia. (Continua a leggere)

Periodo dell’anno molto ricco di uscite, l’autunno. Oltre a Mary Halvorson, di cui vi abbiamo già parlato poco tempo fa, dobbiamo segnalare pure l’arrivo di James Brandon Lewis, Jonathan Finlayson e del supergruppo Aziza. (Continua a leggere)

A illuminare ulteriormente la fine del 2016 ci pensa pure la sempre attiva Mary Halvorson, stavolta col suo ottetto. ‘Away With You’ esce su Firehose 12 il prossimo 28 ottobre. (Continua a leggere)

Il concerto del quintetto di Steve Lehman doveva essere molto atteso, almeno a giudicare dal pubblico. Il Teatro S.Andrea di Pisa, ricavato da una chiesa sconsacrata, era infatti strapieno. Lehman e i suoi non si sono certo risparmiati, con una performance intensa, energica, ma non priva di perplessità – due in particolare. (Continua a leggere)

Proprio qualche giorno fa, in un dialogo virtuale tra me e altri due prodi imbrattapagine di FFJ come Negrodeath e Maurizio, si parlava delle esibizioni dal vivo di Steve Coleman, uno che si è ormai consolidato la fama di musicista capace di alternare serate superlative ad altre in cui sembra limitarsi a svolgere il compitino o poco più. Maurizio raccontava di averlo appena visto a Saalfelden in un set dall’approccio piuttosto scolastico, il che mi metteva addosso la giusta dose di ansia, visto che io Coleman avrei dovuto vederlo a Pomigliano Jazz poco dopo. Quale versione mi sarei trovato davanti? (Continua a leggere)

Jonathan Finlayson è quel grandissimo trombettista, allievo di Steve Coleman e Mary Halvorson, autore di uno dei debutti più folgoranti degli ultimi anni. Cercando in giro per YouTube ci siamo imbattuti in questa interessante esibizione dal vivo con una formazione in tre piuttosto inusuale: oltre alla tromba di Finlayson troviamo sax (Brian Settles) e batteria (Mike Pride). Il risultato pare intessante, chissà che non prosegua su disco e in ulteriori concerti…


Mentre i festival italiani jazz sborsano migliaia di euro per portare musicisti improponibili nella speranza di raccattare pubblico generico, altrove le cose vanno un filino meglio. In Svizzera, per esempio, nel microscopico paese di Cully, c’è un festival in cui lo scorso anno ha suonato pure Steve Coleman. Ed è proprio in quella circostanza che è stata ripresa questa bellissima versione di ‘Respiratory Flow’.


Il fatto che Jonathan Finlayson abbia chiamato la sua band ‘Sicilian Defense’ non significa che il trombettista sia un difensore delle bislacche teorie di Renzo Arbore. Si tratta, semplicemente, del nome di una particolare mossa a scacchi. Messa da parte l’aneddotica, ‘Moments & The Message’ è il primo album da leader di Finalyson, dopo ben tredici anni spesi alla corte di Steve Coleman e varie collaborazioni illustri, come Steve Lehman e Mary Halvorson. Vista la palestra, ci si potrebbe aspettare musica cerebrale e distaccata, ma è vero solo in parte, anzi… quasi per niente. O meglio, le influenze di tutti questi importanti musicisti si sentono, ma Finlayson e i suoi ragazzi riescono a dare una versione più accessibile e diretta del jazz cerebrale, spigoloso e ricco di contrappunti dei mostri sacri citati – potremmo aggiungere alla lista delle ispirazioni pure Tim Berne, Greg Osby e, perché no, pure l’Henry Threadgill più recente. (Continua a leggere)