FREE FALL JAZZ

Il concerto del quintetto di Steve Lehman doveva essere molto atteso, almeno a giudicare dal pubblico. Il Teatro S.Andrea di Pisa, ricavato da una chiesa sconsacrata, era infatti strapieno. Lehman e i suoi non si sono certo risparmiati, con una performance intensa, energica, ma non priva di perplessità – due in particolare. La prima riguarda la dinamica, del tutto assente. Il gruppo ha suonato quasi sempre fortissimo, senza grande sforzo per adattarsi alle necessità sonore ed espressive del singolo musicista. La frastornante, ipercinetica batteria di Justin Brown ha messo in un angolo il vibrafono di Chris Dingman, udibile solo a tratti; pure la magnifica tromba di Jonathan Finlayson, dal fraseggio originale e melodico, ne risultava penalizzata. La seconda, invece, i temi. Quelli di Lehman, nervosi pattern di note, peraltro molto simili fra loro, venivano sbrigati quasi come delle formalità per lasciare il passo all’ennesimo turbine di note a mille all’ora. Risultato: sembrava sempre di ascoltare lo stesso pezzo. Due episodi hanno rafforzato questa impressione, ovvero l’esecuzione di ‘Moment’s Notice’ di John Coltrane e ‘Chance’ di Kenny Kirkland. In entrambe, la band ha sviluppato il proprio discorso a partire dai semi ritmici, melodici e atmosferici contenuti nei rispettivi temi, con esiti originali e davvero coinvolgenti. Su ‘Chance’ in particolare Dignman ha avuto ampio spazio per brillare. Molto riuscito pure il momento in trio sax-basso-batteria, con un buon equilibrio fra i tre strumentisti all’insegna della rielaborazione ritmica di un minimale grappolo di note taglienti, mentre soporifero (e per fortuna breve) il momento di Lehman in solitario, fra droni ed esplorazioni foniche da latte alle ginocchia. Mettendo un attimo da parte la questione della dinamica, resta ancora aperta ed interessante la questione del tema: del buon materiale di partenza è sempre in grado di far la differenza, a quanto pare, in mano a bravi musicisti. Lehman e i suoi indubbiamente lo sono, quindi perché castrarsi con le proprie mani? Impressioni personali, ci mancherebbe. Ma basate su fatti reali.
(Negrodeath)

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