FREE FALL JAZZ

Archive for " ottobre, 2015 "

In un periodo storico nel quale, specie in Europa, sembra prevalere nella musica improvvisata una deriva verso un progressivo allontanamento da certe peculiarità africane-americane proprie del jazz, almeno per come molti di noi lo hanno conosciuto ed imparato ad amare nel secolo scorso, si assiste oggi sempre più spesso in tale ambito ad una sorta di sublimazione delle componenti ritmiche e poliritmiche, in favore di proposte che puntano più ad un utilizzo coloristico e timbrico degli strumenti ritmici (in particolare della batteria) sottraendoli dagli usuali compiti di scansione. Proprio per tale ragione e in un certo senso in contrapposizione a tale tendenza, ho scelto di riproporre all’attenzione questo album di Sonny Rollins del 1966 che, pur non essendo tra i suoi più citati è in realtà un suo sottostimato capolavoro, ed è, a mio avviso, quanto mai esemplificativo in termini musicali del concetto che così sommariamente ho tentato di esporre. (Continua a leggere)

Forte dell’abbrivio di successi e riconoscimenti delle scorse stagioni, il Jazz Club Ferrara si appresta ad inaugurare la XVII edizione di Ferrara in Jazz che si svolgerà, dal 16 ottobre 2015 al 30 aprile 2016, tra le storiche mura del Torrione San Giovanni, bastione rinascimentale iscritto nella lunga lista dei beni UNESCO e tra le location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission. (Continua a leggere)

Tigran Hamasyan è considerato in ambito di pianismo improvvisato il fenomeno del momento, e si sa che oggi il jazz vive molto (purtroppo) di fenomenologie e mode, che talvolta mostrano nel tempo dubbia consistenza musicale. Pianista armeno di ispirazione jazzistica e di fama ormai internazionale (premiato nel 2006 da Herbie Hancock, al Thelonious Monk Institute of Jazz come “miglior piano jazz”), il ventottenne Hamasyan si preparava domenica scorsa ad esibirsi nella chiesa di Santa Maria Maggiore, situata in Piazza Vecchia in Bergamo Alta, nell’ambito di “Contaminazioni contemporanee”, manifestazione inserita nel ricco e vario programma di “Bergamo Scienza” edizione 2015, proponendo il suo ultimo progetto “Luys i Luso”, ossia “luce dalle luci” basato su reinterpretazioni di musiche sacre armene. (Continua a leggere)

Solitamente non mi esercito nella recensione di opere nazionali, per svariati motivi, tra cui anche la quasi impossibilità di scrivere davvero quel che si pensa per non essere inondati da improperi, o, viceversa, per essere accusato di faziosità, ma per stavolta faccio un’eccezione. E’ apprezzabile, in un periodo in cui si straparla nel jazz di “contaminazioni”, spesso per giustificare la produzione di musiche più o meno improvvisate che col jazz mantengono parentele sempre più lontane, che un giovane italiano parta umilmente con il suo primo disco da leader, (inciso a 24 anni ma oggi ne ha 26) dal linguaggio canonico del mainstream, mostrando di maneggiare l’idioma in modo sicuro e con buona proprietà (lui e i suoi compagni), senza pretese di fare velleitariamente l’innovatore, come invece mi tocca riscontrare in altri musicisti nazionali molto ambiziosi che parlano (di comodo a mio avviso) della fine creativa di quel linguaggio senza magari nemmeno saperlo maneggiare in modo adeguato. (Continua a leggere)

Negli ultimi anni e dopo decenni di ascolto, ho avuto modo di approfondire le conoscenze jazzistiche (e non solo) anche verso opere di una molteplicità di grandi musicisti (compositori e/o improvvisatori che dir si voglia) generalmente considerati “minori” rispetto ai riconosciuti giganti del jazz, rendendomi conto di quale abbondanza di arte musicale si è sciaguratamente trascurata, sia dal punto di vista del materiale compositivo, che da quello improvvisativo, in nome di un non meglio specificato processo di innovazione, così rapidamente evolutosi nel tempo. (Continua a leggere)

 

Si avvicina quella fastidiosissima seccatura nota come “inverno”. Dovremo vestirci più spesso, sopportare la caduta di gocce d’acqua dal cielo, starnutire, rassegnarci al tramonto intorno alle cinque del pomeriggio e tante altre brutte cose. Ma almeno esce qualche disco per compensare l’odiosità della stagione e lenire l’attesa della primavera. (Continua a leggere)

Il titolo di questo post sembra stupido, e lo è. Ma Miguel Zenon no davvero. Il grande sassofonista e compositore portoricano, da anni trapiantato a New York, fa parte di quella schiera di formidabili talenti latino-americani che contribuiscono al libro del jazz portandovi tutta la loro cultura di provenienza. ‘Identities Are Changeble’ è il titolo del suo ultimo album, che ancora non abbiamo recensito, ma pure di questo bel filmato della sempre benemerita NPR, in cui Zenon e la sua orchestra suonano quattro estratti dal disco, ognuno preceduto da un breve spezzone di intervista.


Come già vi avevamo detto qualche tempo fa, “Miles Ahead”, il film di/con Don Cheadle su Miles Davis, verrà proiettato in anteprima a New York il prossimo undici ottobre. Confidiamo, di lì a poco, di poter leggere le prime recensioni. (Continua a leggere)

‘Stretch Music’ è il titolo del nuovo disco di Christian Scott, ma è pure la definizione che lui stesso ha dato alla sua musica già al tempo del bellissimo ‘Yesterday You Said Tomorrow’. Ovvero, un’estensione del jazz mediante la rielaborazione, in chiave jazzistica, di musiche che dal jazz sono nate, evidenziandone la continuità. Un concetto non nuovo di per sé, ma sviluppato dal trombettista di New Orleans in maniera molto lucida e attenta all’attualità. In ‘Stretch Music’ sentiamo una fittissima trama poliritmica che oscilla fra hip-hop, afrobeat, drum’n'bass e funk, con la flessibilità del jazz: grande importanza, in questo, rivestono le due batterie (una normale, una africana, entrambe affiancate da pad elettronici). (Continua a leggere)

Dieci concerti in teatro per i dieci anni del Bologna Jazz Festival. Ma per l’edizione del decennale il festival jazz bolognese entrerà anche nei più rinomati live club cittadini, oltre ad avere estensioni fuori porta: a Ferrara, San Lazzaro di Savena e Pieve di Cento. Il Bologna Jazz Festival 2015 andrà in scena ogni sera dal 24 ottobre sino al 26 novembre: un mese ininterrotto di concerti, master class e altri eventi per una full immersion nella jazz life internazionale e italiana. (Continua a leggere)

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