FREE FALL JAZZ

Miguel Zenon's Articles

La grande storia del jazz a braccetto con le più innovative tendenze sonore: l’edizione 2017 del Bologna Jazz Festival, che si terrà dal 26 ottobre al 19 novembre, parlerà sia agli appassionati della tradizione e delle sue grandi star che al pubblico più giovane e curioso di vedere la musica improvvisata alle prese con i suoni della nostra contemporaneità, dall’elettronica all’hip hop. (Continua a leggere)

52246833Con questo Tipico, già decimo album da leader, il sassofonista Miguel Zenón si conferma uno dei musicisti e compositori più interessanti sulla scena contemporanea del jazz. Una scena che presenta ormai commistioni linguistiche talmente varie e vaste da doverle considerare prassi in un processo ormai inarrestabile in ambito di musiche improvvisate, jazz compreso. Eppure, è curioso dover constatare come una delle “contaminazioni” più longeve e diffuse nel jazz, quella con le musiche latine e caraibiche, sia da noi per lo più trascurata. E’ pur vero che in questo specifico caso Zenón ha prodotto un disco molto meno incentrato su questo aspetto rispetto a lavori precedenti, ma nella musica emerge comunque un modo di procedere ormai ben consolidato dall’altosassofonista in anni di sperimentazioni personali e di affiatata condivisione con gli altri membri di una formazione che è attiva da circa quindici anni su quel genere di progetti. (Continua a leggere)

Concerti di livello superiore come quelli cui abbiamo potuto assistere domenica scorsa al Teatro Manzoni di Milano sembrano fatti apposta per confutare (ancora una  volta) certa forzata e ideologizzata narrazione italica sul jazz e in particolare su ruolo che oggi avrebbe il cosiddetto “mainstream” sulla scena contemporanea della musica improvvisata. (Continua a leggere)

Per il prossimo album, intitolato ‘Tipico’, Miguel Zenon vuole fare tutto da sé, senza alcun supporto da case discografiche e compagnia. (Continua a leggere)

Negli ultimi anni e dopo decenni di ascolto, ho avuto modo di approfondire le conoscenze jazzistiche (e non solo) anche verso opere di una molteplicità di grandi musicisti (compositori e/o improvvisatori che dir si voglia) generalmente considerati “minori” rispetto ai riconosciuti giganti del jazz, rendendomi conto di quale abbondanza di arte musicale si è sciaguratamente trascurata, sia dal punto di vista del materiale compositivo, che da quello improvvisativo, in nome di un non meglio specificato processo di innovazione, così rapidamente evolutosi nel tempo. (Continua a leggere)

Il titolo di questo post sembra stupido, e lo è. Ma Miguel Zenon no davvero. Il grande sassofonista e compositore portoricano, da anni trapiantato a New York, fa parte di quella schiera di formidabili talenti latino-americani che contribuiscono al libro del jazz portandovi tutta la loro cultura di provenienza. ‘Identities Are Changeble’ è il titolo del suo ultimo album, che ancora non abbiamo recensito, ma pure di questo bel filmato della sempre benemerita NPR, in cui Zenon e la sua orchestra suonano quattro estratti dal disco, ognuno preceduto da un breve spezzone di intervista.


Il bravissimo Miguel Zenon è passato il mese scorso in Italia per una serie di concerti, tutti quanti perduti purtroppo. Tuttavia YouTube è sempre YouTube, e così possiamo goderci qualche bell’estratto, tipo questa splendida ‘Same Fight’ (dall’ultimo disco) tratta dall’esibizione al Modo, ristorante di Salerno ben attrezzato per la musica.


Miguel Zenon è uno dei migliori esempi del jazz latino metropolitano, assieme a gente come Etienne Chales, Yosvany Terry, Daniel Sanchez, Adam Cruz, Antonio Sanchez e altri ancora. Ovvero, musicisti nati in centro e sud America che poi si sono trapianti negli States portando con sé tutto il retaggio culturale del paese d’origine, facendone un punto di partenza per la propria musica. Lo sentiamo in questo bel concerto al Village Vanguard, con l’eccezionale piano di Luis Perdomo.