Nel 2015 Kamasi Washington pubblica il suo primo album, l’ambizioso e roboante ‘The Epic’. Ad esso ho dedicato una recensione e un paio di altri articoli a latere: uno sulle inevitabili polemiche scatenate dalla frangia di critica più ideologizzata, l’altro sulle potenziali conseguenze dell’hype. (Continua a leggere)
Il successo, seguito in Italia da assurde polemiche, del sassofonosta losangeleno Kamasi Washington ha portato all’attenzione del pubblico il West Coast Get Down, un collettivo di musicisti attivo sulla costa californiana e  in studio per vari grandi nomi del soul e dell’hip-hop. Il pianista Cameron Graves, naturalmente, fa parte di questo collettivo e con ‘Planetary Prince’ pubblica il suo primo album direttamente per Mack Avenue. Alla guida di un sestetto con basso elettrico  ed espressiva frontline (Philip Dizack alla tromba, Ryan Porter al trombone, Kamasi Washington al sax), Graves si mette mostra innanzitutto per uno stile barocco, esagerato, percussivo e frastornante che porta all’eccesso la lezione di McCoy Tyner, Chick Corea, Don Pullen e Keith Jarrett. (Continua a leggere)
Il Bonnaroo Festival è uno dei più grossi eventi musicali degli Stati Uniti, quattro giorni di musica di ogni tipo nella campagna del Tennessee. Ci suonano musicisti di tutti i tipi e di tutte le estrazioni, vecchi e nuovi, dal pop di Elton John al metal dei Lamb Of God passando per ZZ Top, Stevie Wonder, Zac Brown Band e chi più ne ha più ne metta. Ogni anno il festival si chiude con una grande jam session; nell’edizione 2016, la jam è stata guidata da Kamasi Washington e filmata professionalmente. Eccola qui sotto, due ore di jazz/soul/funk/fatevoi davvero trascinanti.
In seguito ai concerti italiani di Kamasi Washington della scorsa settimana si è sollevato un polverone impressionante, qui in Italia. Come spesso succede, sono nate due fazioni litigiose di pro e contro, guelfi e ghibellini, Coppi e Bartali. In mezzo, qualcuno che si è goduto il concerto, magari senza sapere molto del jazz in generale: indubbiamente fortunato, ancor più perché estraneo alla ridicola pugna. Per il resto, risate amare di fronte alla gazzarra appena trascorsa. (Continua a leggere)
Dieci concerti in teatro per i dieci anni del Bologna Jazz Festival. Ma per l’edizione del decennale il festival jazz bolognese entrerà anche nei più rinomati live club cittadini, oltre ad avere estensioni fuori porta: a Ferrara, San Lazzaro di Savena e Pieve di Cento. Il Bologna Jazz Festival 2015 andrà in scena ogni sera dal 24 ottobre sino al 26 novembre: un mese ininterrotto di concerti, master class e altri eventi per una full immersion nella jazz life internazionale e italiana. (Continua a leggere)
Mentre le date italiane di Kamasi Washington si avvicinano, possiamo guardarci questo bellissimo concerto in cui la variopinta compagine del sassofonista presenta ‘The Epic’ al pubblico, assiepato nel Regent Theater di Los Angeles. Il concerto è preceduto da una serie di brevi interviste in cui i musicisti parlano di sé stessi, della reciproca amicizia e di come sia divertente giocare a Street Figher. Prendetevi due ore, che ne vale la pena.
Kamasi Washington, nel mese di novembre, effettuerà tre concerti in Italia: 9/11 (Locomitiv, Bologna), 10/11 (Monk, Roma), 11/11 (Tunnel, Milano). Da notare come nessuno dei tre posti sia il tipico jazz club – che sia una scelta precisa dei promoter o un caso non è dato saperlo, sebbene non stupirebbe troppo la prima scelta. Il sassofonista californiano infatti, forte dell’intraprendente Brainfeeder, sembra intenzionato a riportare un po’ il jazz come si deve fra i più giovani, e noi non possiamo fare altro che applaudire la sua scelta. E intanto ci organizziamo per vederne almeno uno!
Negli ultimi tempi ho recensito diversi album molto recenti, tutti quanti di ottimo livello, che presi di per sé restituiscono un’immagine estremamente positiva del jazz più recente. C’è una cosa che accomuna tutti questi album, e non è tanto la musica, quanto l’aspetto discografico: sono usciti per case specializzate in jazz (Criss Cross, Blue Note, la neonata Smoke, Nonesuch, Concord, OKeh, Highnote, Delmark, AUM, Pi e altre ancora), o sulle etichette personali fondate dai musicisti stessi per gestirsi in prima persona. (Continua a leggere)
A differenza di molti musicisti americani che, quale che sia la loro provenienza, si sono spostati a New York, Kamasi Washington continua a far base nella natia Los Angeles. Il grosso della sua attività , negli ultimi anni, si è svolto nell’ambito dell’hip-hop e del soul, sia sul palco che in studio. Ha lavorato infatti con Lauryn Hill, Snoop Dog, Chaka Khan, Flying Lotus, e di recente ha arrangiato gli archi del celebratissimo ‘To Pimp A Butterlfy’ di Kendrick Lamar. Ora Kamasi Washington debutta con un triplo cd, chiamato non a caso ‘The Epic’; pubblica Brainfeeder, etichetta hip-hop ed elettronica fondata dal summenzionato Flying Lotus, produttore e musicista di grande talento nonché nipote di Marilyn McLeod, autrice della Motown la cui sorella si chiamava Alice, notissima come valida pianista jazz nonché… seconda moglie di John Coltrane. (Continua a leggere)
Nato nel 1981 e poco conosciuto da queste parti, Kamasi Washington è un sassofonista, compositore e più in generale musicista che può vantare molte esperienze. (Continua a leggere)