FREE FALL JAZZ

Archive for " febbraio, 2015 "

Uno non fa in tempo a gioire del BAM Festival, sperando sia la prima edizione di una lunga serie, che subito devono saltar fuori mille voci contrarie, fraintendimenti, illazioni e derisioni. (Continua a leggere)

Jazz in albergo. Non un Metropolitan, Plaza, Hilton di qualche grande metropoli americana, ma un accogliente albergo nella Valle dei Laghi, in Trentino. Una cornice piuttosto stravagante per la musica già stravagante dei Jump The Shark di Piero Bittolo Bon, quindi alla fine torna tutto.


Ci si lamenta spesso e volentieri, qui sopra, dello stato del jazz dal vivo in Italia. In fin dei conti, se guardate la musica che recensiamo e i cartelloni dei festival nazionali troverete ben poche corrispondenze. (Continua a leggere)

Ok, qualcuno potrebbe dire “Eammeccheccazzomenefregammè!?”, ma a quel punto non ce ne fregherebbe niente a noi. Quando abbiamo pubblicato la recensione del bellissimo ‘The Offense Of The Drum’ si parlava già della nomination per il Grammy di O’Farrill. (Continua a leggere)

Nella sua lunghissima carriera, Cecil Taylor ha diretto formazioni di tutti i tipi, dal piano solo all’orchestra. Sempre sotto il segno radicale dell’iconoclastia, a volta fin troppo calcata quando non fine a sè stessa, in ogni caso mai banale. ‘Winged Serpent’ vede Taylor alla guida della Orchestra Of Two Continents, ovvero undici elementi proveniente da entrambi i lati dell’Atlantico. Troviamo gli americani Jimmy Lyons (contralto), Frank Wright (tenore), Karen Borca (fagotto), William Parker (contrabbasso), Andre Martined e Rashied Bakr (batteria), e gli europei John Tchicai (tenore), Enrico Rava e Tomas Stànko (tromba), e Gunter Hampel (baritono e clarone). Una simile bocca di fuoco viene utilizzata in ricche tessiture di fiati ed estatici crescendo che culminano in improvvisazioni collettive, spesso e volentieri caotiche, stridenti, ancorate a terra da ostinati di basso o dalla pulsazione suggerita da un pianoforte invasivo e martellante. (Continua a leggere)

Abbiamo già parlato del supergruppo Our Point Of View, una band di giovani jazzisti di talento messo assieme dalla Blue Note per celebrare il ragguardevole traguardo dei 75 anni di attività. Della partita Marcus Strickland (sax), Ambrose Akinmusire (tromba), Lionel Loueke (chitarra), Robert Glasper (piano), Derrick Hodge (basso) e Kendrick Scott (batteria), tutti parte della scuderia – il debutto su Blue Note di Strickland è atteso più avanti nel 2015. Se questa band inciderà pure un disco, magari un live, non è dato saperlo. Però possiamo ascoltare di cosa sono capaci grazie a questo freschissimo concerto newyorkese, trasmesso dalla benemerita radio NPR nel corso del suo programma Jazz Night In America.


Non passa settimana senza una nuova uscita di Mary Halvorson, a quanto pare. Scherzi a parte, il progetto Thumbscrew vede la chitarrista di Boston in un trio acustico assieme a Michael Formanek (basso) e Tomas Fujiwara (batteria), ed è solo una delle sue uscite del 2014 – c’è pure il disco ‘Reverse Blue’ con un nuovo quartetto, oggetto di una futura recensione, e diverse altre collaborazioni in cantiere. Una produttività invidiabile, soprattutto alla luce del grande livello qualitativo medio. Tornando ai Thumbscrew, il neonato trio si concentra su un’interazione paritaria, ma in cui una certa suddivisione dei compiti è evidente. Formanek e Fujiwara imbastiscono una possente impalcatura di groove per la Halvorson, che dispiega tutti gli aspetti del suo particolarissimo stile, capace di unire avanzate sequenze di note staccate, echi psichedelici e accordi rumorosi e graffianti in un flusso perfettamente coerente. (Continua a leggere)

I più attenti ricorderanno che William Parker, assieme ad altri ospiti, ha già suonato con gli Udu Calls (alias il fiatista Daniele Cavallanti e il batterista Tiziano Tononi) in occasione di ‘Spirits Up Above’ del 2006. ‘The Vancouver Tapes’, che vede coinvolti solo i due musicisti nostrani e il bassista della Grande Mela, non rappresenta però il passo successivo a quella collaborazione, bensì una sorta di prequel. Le registrazioni risalgono infatti al Vancouver Jazz Festival del 1999, frutto di un DAT inaspettatamente ritrovato da Tononi. La qualità audio è, prevedibilmente, abbastanza cruda (ma comunque più che sufficiente), fattore che se da una parte potrebbe scoraggiare certi puristi del suono, dall’altra riesce a rendere bene l’idea dell’impatto e della “ruvidità” che il trio ha sprigionato sul palco quel giorno di Giugno di ormai quasi sedici anni fa. (Continua a leggere)

Inizia sotto i migliori auspici  “Jazz al Parenti”, la manifestazione milanese incentrata sul cosiddetto “mainstream” sotto la direzione artistica di Gianni M. Gualberto, inaugurata domenica mattina con l’eccellente concerto del trio di Kenny Werner, che non ha minimamente tradito le attese, sciorinando musica improvvisata di classe, ispirata ed eseguita con grande perizia tecnica da musicisti estremamente affiatati. (Continua a leggere)

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