FREE FALL JAZZ

Non passa settimana senza una nuova uscita di Mary Halvorson, a quanto pare. Scherzi a parte, il progetto Thumbscrew vede la chitarrista di Boston in un trio acustico assieme a Michael Formanek (basso) e Tomas Fujiwara (batteria), ed è solo una delle sue uscite del 2014 – c’è pure il disco ‘Reverse Blue’ con un nuovo quartetto, oggetto di una futura recensione, e diverse altre collaborazioni in cantiere. Una produttività invidiabile, soprattutto alla luce del grande livello qualitativo medio. Tornando ai Thumbscrew, il neonato trio si concentra su un’interazione paritaria, ma in cui una certa suddivisione dei compiti è evidente. Formanek e Fujiwara imbastiscono una possente impalcatura di groove per la Halvorson, che dispiega tutti gli aspetti del suo particolarissimo stile, capace di unire avanzate sequenze di note staccate, echi psichedelici e accordi rumorosi e graffianti in un flusso perfettamente coerente. Allo stesso tempo, la Halvorson e i piatti di Fujiwara elaborano in tempo reale un’iridescente tessitura di timbri metallici. Fin dall’iniziale ‘Cheap Knock Off’, il primo di una serie di brani lunghi e dinamici, sentiamo quasi tre improvvisazioni indipendenti che però sanno procedere senza pestarsi i piedi a vicenda. I temi sono angolosi e cerebrali, al solito mai in maniera gratuita. Sembra proprio che i tre suonino assieme innanzitutto per il piacere di farlo, lasciando l’immaginazione libera a partire da pochi accordi preliminari.

I Thumbscrew fanno centro al primo colpo. L’album è certo marchiato a fuoco dalla Halvorson e i suoi ammiratori lo compreranno a scatola chiusa, ma è consigliabile pure a chi volesse fare il primo assaggio.
(Negrodeath)

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