FREE FALL JAZZ

Archive for " maggio, 2014 "

Se ne è parlato per anni, del film su Miles Davis. Anni di voci, pettegolezzi, oggi inizia, domani finisce e così via, arrivando a enormi niente di fatto. (Continua a leggere)

JAZZIT FEST-ITALIAN JAZZ EXPO#2

QUANDO L’ITALIA DEL JAZZ SI INCONTRA IN UN PICCOLO BORGO MEDIEVALE UMBRO

TRE GIORNI DI SHOWCASE, CONCERTI, RESIDENZE CREATIVE, WORKSHOP, CONFERENZE: UN GRANDE EXPO DEL JAZZ MADE IN ITALY

Umbria | Collescipoli (TR), venerdì 27 – sabato 28 – domenica 29 giugno 2014 (Continua a leggere)

Il giovane trombettista Theo Croker, nipote di Doc Cheatham nonché protetto di Dee Dee Bridgewater (pure produttrice del disco) e Marcus Belgrave, ci tiene a sottolineare come la sua musica, se proprio vogliamo, è jazz, ma in realtà può essere anche altro vista l’ampiezza del suo background e delle sue influenze ed esperienze. ‘Afrophysicist’ in effetti non è un disco che si lasci incasellare in un semplice scaffale, e presenta una notevole varietà di situazioni. Il jazz di sicuro è presente, perché il modo di suonare di Croker è inconfondibilmente jazzistico, così come la preparazione della sua validissima band. ’Alapa (For Doc)’, dedicata all’illustre nonno, è due minuti di tromba priva di accompagnamento e costruisce un climax magnifico, su cui entra il primo vero brano, ‘Realize’.  (Continua a leggere)

Assieme all’ultimo di Vijay Iyer, il terzo album di Ambrose Akinmusire è forse il più atteso disco dell’anno. Ed è comprensibile, visti i riscontri positivi quasi unanimi ottenuti dal precedente, bellissimo ‘When The Heart Emerges Glistening’. Ambrose non si è certo risparmiato, numeri alla mano: ‘The Imagined Savior…’, vanta un titolo chilometrico ed evocativo, vari ospiti (fra cui un quartetto d’archi, un flauto e tre diversi cantanti) e quasi ottanta minuti di durata. La paura di trovarsi di fronte ad un’opera pesante, magari pure pretenziosa, c’è ed è inutile nasconderla. E il primo ascolto non è stato neppure troppo incoraggiante, anzi. La nuova opera del californiano parte in punta di piedi, un duetto di tromba e pianoforte (‘Marie Christie’) dai toni quasi dimessi, con un tema che sembra sempre sul punto di arrivare, ma in realtà non lo fa mai, mentre gli strumenti intessono una serie di melodie intrecciate. (Continua a leggere)

Sabato 10 maggio alle ore 21.30 il pianista italo egiziano DARIO YASSA presenterà live il suo nuovo album “Tribe” all’Enoteca Rosso Borsieri di Milano per una serata di grande jazz. Ad accompagnare il piano di Dario Yassa il contrabbasso di Cristiano Da Ros e la batteria di Riccardo Tosi. (Continua a leggere)

Mentre ci prepariamo alla recensione del nuovo, ottimo disco di Jason Palmer (‘Places’), pubblichiamo qui un suo concerto di pochi giorni fa, un clip solo audio di quasi tre ore. Al sax troviamo la giovanissima Grace Kelly, di cui si dice un gran bene.


Il vulcanico batterista Gerald Cleaver non è un tipo da starsene fermo troppo a lungo, e difatti eccolo qui con una nuovissima band che parte dal jazz per poi spingersi in altre direzioni. Black Host è il nome del suo nuovo collettivo, un quintetto di cui fanno parte Darius Jones (contralto), Brandon Seabrook (chitarra), Cooper-Moore (piano e synth) e Pascal Niggenkemper (contrabbasso) in cui convivono diverse anime: oltre al jazz infatti trovano posto math-rock, noise, psichedelia ed elettronica che si combinano in una serie di lunghi brani, per  settantasette minuti di musica spigolosa e imperscrutabile. Ogni pezzo è stato scritto da Cleaver, che però lascia ampio spazio ai suoi compagni per esprimersi ed interagire secondo modalità non sempre chiare nè evidenti. (Continua a leggere)

Il batterista statunitense Dan Weiss (4 marzo 1977) è attualmente uno dei musicisti emergenti più promettenti del panorama del nuovo jazz. Dopo aver collaborato con alcuni dei più quotati jazzisti contemporanei (quali Rudresh Mahanthappa, David Binney e Rez Abbasi), Weiss si è fatto notare dalla critica specializzata per il suo approccio batteristico innovativo, dovuto ai suoi studi decennali della tabla e della musica classica indiana con il virtuoso Pandit Samir Chatterjee, dissezionato ampiamente in lavori come ‘Tintal Drumset Solo’ e ‘Jhaptal Drumset Solo’ (dove, accompagnato solamente dal chitarrista Miles Okazaki, proponeva materiale per tabla riarrangiato sulla batteria, rovesciando il ruolo melodico e ritmico di chitarra e percussioni) e quindi integrato in uno stile più vicino al post bop su ‘Now Yes When’ e ‘Timshel’, affiancato questa volta da Jacob Sack al piano e Thomas Morgan al basso. (Continua a leggere)

Nella sua nuova uscita, terza su Clean Feed e quinta in generale, il bravissimo contrabbassista Eric Revis assembla una formazione completamente nuova. Per trovare il trait d’union della carriera del musicista americano infatti dobbiamo prendere la volontà di non fermarsi e di esplorare ogni volta il jazz da un’angolazione diversa, con musicisti diversi, ma sempre con grande energia e un forte senso del blues sottinteso. Neppure ‘In Memory…’ da questo punto di vista fa eccezione, e vede all’opera un quartetto con due sax che potrebbe ricordare vagamente quello del ‘Conference Of The Birds’ di Dave Holland. Darius Jones (contralto) e Bill McHenry (tenore) collaborano perfettamente fra di loro, nelle libere improvvisazioni dai toni urlati ‘Hits’ e ‘FreeB’ come nel lento e avvolgente blues ‘Hold My Snow Cone’, sospeso su un grande riff di basso e terreno naturale per il lirismo struggente del contaltista. (Continua a leggere)

Oggi è una giornata di festa, di divertimento, di musica dal vivo. Certo, i concerti del Primo Maggio qui da noi sono un po’ una gran rottura di scatole e abbinano retorica a musica di infimo livello (peraltro, di anno in anno, sempre la stessa). Noi ci vogliamo distinguere riproponendo di nuovo Karl Denson e i Tiny Universe, jazz funkoso e corroborante, contro il logorio dei Modena City Ramblers di turno. Trovatevi un’ora e mezzo, magari attaccando il vostro cellulare allo stereo di casa degli amici da cui state facendo la grigliata…


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