FREE FALL JAZZ

Archive for " maggio, 2014 "

In questo lungo weekend casca a fagiolo l’abbondante messe di musica dal vivo che Jason Palmer ha messo a disposizione, al solito gratuitamente, dal suo canale YouTube. Si tratta di ben cinque ore al Wally’s di Boston, registrate lo scorso weekend. Ovunque siate, casa o mare, la tecnologia vi permette di ascoltare, quindi fatevi sotto!


Frutto di una campagna di crowdfunding sul web, secondo cd per la formazione ‘oltrejazzistica’ del sassofonista Nicola Fazzini e del bassista Alessandro Fedrigo, “XY” (nusica.org, 2014) è un lavoro che sviluppa ulteriormente la progettualità dei leader, accompagnati in questo viaggio nella loro musica ‘inaudita’ – mai udita prima – dal vibrafonista Saverio Tasca e dal batterista Luca Colussi. (Continua a leggere)

Eric Dolphy è conosciuto dai più grazie alle collaborazioni con Charles Mingus e John Coltrane. La sua figura del resto era poco incasellabile nelle correnti degli anni ’60, con una musica originale e fuori dagli schemi, a cavallo fra tradizione e sperimentazione. Morì nel 1964 in Germania, per una crisi diabetica mal diagnosticata. (Continua a leggere)

L’ispirazione dietro ai vari brani di ‘Places’ sono i posti, per l’appunto, visitati da Jason Palmer durante i suoi numerosi viaggi da musicista. Col suo sestetto newyorkese, che comprende i sax di Godwin Louis e Mark Turner, la chitarra di Mike Moreno, il contrabbasso di Edward Perez e la batteria di Kendrick Scott, Palmer trova compagni fidati capaci di dare vita nel modo migliore alle sue elaborate composizioni che portano avanti il post-bop evoluto di Booker Little, Freddie Hubbard, Wayne Shorter. Naturalmente sarebbe stato facile, o quantomeno banale, fare di ‘Berlin’ un’improvvisazione su un tema da Oktoberfest, o ‘Falling In (For Guimaraes)’ una rivisitazione jazzistica del fado; i vari episodi di ‘Places’, invece, alludono a caratteristiche “sonore” dei vari posti in maniera obliqua e astratta. (Continua a leggere)

Per nessuno, ovviamente, perché era americano (rimshot)! [Lo portano via]


Il 31 Gennaio scorso è uscito l’ultimo album di Michael Wollny, ‘Weltentraum’. A fianco del virtuoso pianista di Francoforte troviamo l’amico e batterista Eric Schaefer e la new entry Tim Lefebre al contrabbasso. Non si tratta del “solito” trio di Wollny, gli [EM] (già recensiti per voi da FFJ): la contrabbassista Eva Kruse (con Michael e Eric in tutti i precedenti dischi del trio) ha preso una pausa, che dura da più di un anno ormai, per stare in compagnia della sua piccola bimba; che pare molto intelligente e passa intere giornate a… Fermo, questa è la recensione per Free Fall Jazz, quella per Chi la fai dopo…

Inutile dirvi che alle 23:59 del 30 gennaio ho iniziato a premere freneticamente sul bottone “Acquista” del sito della ACT tanto che mi è venuta una cisti che manco dopo un’estate a giocare al Metal Gear Solid in sala giochi… Già ma che hai fatto fino adesso? Ti sei dato a Mortal Combat? Naaa… ho ascoltato, ho ascoltato parecchio e iniziato questa recensione almeno cinque volte… Non riuscivo a capire da dove diavolo iniziare… (Continua a leggere)

Wynton Marsalis ha dedicato quattro serate dello scorso dicembre a riportare in vita il suo fantastico settetto degli anni ’90, una formazione illuminata che ancora attende la necessaria valutazione critica. La splendida esecuzione di ‘Double Rondo On The River’ che sgue, intanto, potrebbe ravvivare l’interesse dei lettori di passaggio.


Si sono dette molte cose sul conto di Charles Lloyd, spesso nemmeno lusinghiere, prima fra tutte l’accusa di essere un furbacchione in cerca dei consensi del grande pubblico. Al secondo posto, quella di esser solo bravo a cercarsi i musicisti giusti e lasciar fare tutto a loro. La realtà, probabilmente, sta nel mezzo: di per sè, Lloyd è un personaggio marginale della storia del jazz, un epigono coltrane-iano senza troppa fantasia nè talento, più incline all’estetizzazione che altro, al pari di Pharoah Sanders. Detto questo, dobbiamo anche riconoscerne i centri, come questo album dal vivo registrato nel 1966 celebre al Monterey Jazz Festival. Al tempo la band di Lloyd (al tenore e al flauto) comprendeva i giovanissimi Cecil McBee (contrabbasso), Keith Jarrett (piano) e Jack DeJohnette (batteria), e nonostante fosse insieme da pochi mesi poteva vantare una compattezza invidiabile. (Continua a leggere)

Tempo di recensire l’ultimo album di Ambrose Akinmusire e zac, ecco un bel concerto dal vivo del suo quintetto filmato pochi giorni fa in Lussemburgo. Al sax, al posto del solito Walter Smith III, troviamo l’eccellente Mike Turner – o almeno, così dice il testo che accompagna il video, perché in realtà il quintetto è tromba, chitarra, piano, contrabbasso e batteria.


C’è chi preferisce la Verve, chi la Savoy, chi la Impulse e chi la ACT (tipo Martino Spreafico), ma se c’è una casa discografica che nell’immaginario comune è sinonimo di jazz, quella è la Blue Note. (Continua a leggere)

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