FREE FALL JAZZ

Cooper-Moore's Articles

30 eventi, oltre 100 artisti coinvolti: dal 19 al 26 marzo torna Bergamo Jazz, prestigioso evento musicale per la seconda volta affidato alla Direzione Artistica del musicista americano Dave Douglas, ad ulteriore testimonianza del respiro internazionale che da sempre è nel DNA del Festival. Internazionale, di conseguenza, e con una significativa presenza femminile, il cast allestito dal celebre trombettista newyorkese, la cui simpatia ha letteralmente conquistato lo scorso anno il pubblico accorso da ogni parte d’Italia e anche dall’estero per salutarne l’entrata nella squadra di Bergamo Jazz. (Continua a leggere)

Il vulcanico batterista Gerald Cleaver non è un tipo da starsene fermo troppo a lungo, e difatti eccolo qui con una nuovissima band che parte dal jazz per poi spingersi in altre direzioni. Black Host è il nome del suo nuovo collettivo, un quintetto di cui fanno parte Darius Jones (contralto), Brandon Seabrook (chitarra), Cooper-Moore (piano e synth) e Pascal Niggenkemper (contrabbasso) in cui convivono diverse anime: oltre al jazz infatti trovano posto math-rock, noise, psichedelia ed elettronica che si combinano in una serie di lunghi brani, per  settantasette minuti di musica spigolosa e imperscrutabile. Ogni pezzo è stato scritto da Cleaver, che però lascia ampio spazio ai suoi compagni per esprimersi ed interagire secondo modalità non sempre chiare nè evidenti. (Continua a leggere)

“L’idea è di fare un secondo album entro la fine del 2012, dovrebbe essere una registrazione dal vivo”: David S. Ware ce lo aveva anticipato nella nostra intervista dello scorso Gennaio. Quel che non sapevamo, è che la registrazione live era già “in cassaforte”, ossia l’incendiaria partecipazione del quartetto Planetary Unknown al Saalfelden del 2011, che vede appunto oggi la luce in versione integrale grazie alla solita AUM Fidelity. Ai più attenti in realtà non suonerà tutto completamente nuovo: lo scorso 27 Marzo parte del concerto (nello specifico i 33 minuti della traccia d’apertura, ‘Precessional 1’) è stata infatti trasmessa dalla nostra Radio 3. Rispetto a quel cospicuo assaggio, la versione su CD si arricchisce di due ulteriori tracce (stesso titolo della prima, ma numerate progressivamente) che alzano la durata complessiva a circa 65 minuti.

I tre movimenti di cui si compone il lavoro seguono la scia dell’ottimo ‘Planetary Unknown’ di dodici mesi fa, continuando a sfruttare lo stesso approccio basato sull’improvvisazione (cosa relativamente insolita per Ware, quasi sempre rimasto fedele alla scrittura). La citata ‘Precessional 1’ è forse anche quella più indicativa della loro marca di free jazz: parte in quarta e per quindici minuti procede a rotta di collo, senza un attimo di tregua. (Continua a leggere)