FREE FALL JAZZ

Archive for " aprile, 2014 "

 

Happy Jazz Day a tutti! Eccoci, sempre sul pezzo, a passarvi il link youtube per il live dell’International Jazz Day 2014!
Quest’anno il concerto si terrà (a brevissimo in realtà) ad Osaka, e vedrà sul palco artisti come Dee Dee Bridgewater, Terri Lyne Carrington, Pete Escovedo, Kenny Garrett, Herbie Hancock, Marcus Miller, Gregory Porter, John Scofield, Wayne Shorter, Esperanza Spalding etc etc etc… meeeeeenghia!



ROMA – CENTRO OTTAVA

dal 23 al 29 AGOSTO

Un evento unico dal 23 al 29 agosto a Roma con 7 giorni di concerti, jam session e seminari di alta specializzazione jazz con 5 grandi musicisti statunitensi di calibro internazionale e 3 tra le più rappresentative voci del panorama italiano, Peter Bernstein, Aaron Goldberg, Mark Turner, Reuben Rogers e Gregory Hutchinson insieme a Elisabetta Antonini, Sara Della Porta e Susanna Stivali. (Continua a leggere)

Jazz At Lincoln Center. Inizialmente si trattava di una rassegna di concerti al Lincoln Center di New York, cominciata nel 1987. (Continua a leggere)

Oggi, 25 Aprile, si festeggia. E il jazz, che certa gentaccia non avrebbe mai voluto venisse in Italia, ci fa festeggiare due volte, giusto? Per esempio con dieci minuti da dedicare all’ascolto di questa bella esibizione di Yosvany Terry!


Il talentuoso sassofonista Dayna Stephens è pronto a tornare in studio per un nuovo album che vedrà la presenza di Brad Meldhau, Julian Lage, Larry Grenadier ed Eric Harland. Intitolato ‘Peace’, uscirà anche grazie a noi: Dayna ha infatti aperto una campagna di crowdfunding per finanziarne i costi di registrazione e stampa, come già molti altri musicisti. Trovate qui tutti i dettagli per partecipare, ricordando che il tutto scadrà a fine giugno. Il 5% di ogni donazione verrà devoluto all’associazione Musicians On Call, che si preoccupa di portare musica dal vivo ai malati costretti a letto.


Il Record Store Day è passato anche quest’anno e sul suo conto se ne sono sentite in abbondanza. Questo lunedì festivo tuttavia allunga il weekend quel tanto che basta per permetterci di aggiungere ancora qualcosa sull’argomento. Sperando non ne abbiate le tasche piene, ovviamente.

Vorrei partire dalla fine: il negozio di dischi è ormai obsoleto sentenziava il socio Negrodeath alla fine della sua analisi. Un’osservazione vera soltanto in parte, visto che secondo me i paletti non sono così rigidi e una “convivenza” tra negozi reali e virtuali un senso ce l’avrebbe anche. Fondamentalmente dipende da che tipo di dischi cerchiamo, ma andiamo con ordine. (Continua a leggere)

A me garbano i negozi di dischi. Dico sul serio. Quando vado in una città, li cerco e mi piace proprio infilarmici, cercare/comprare le robe, etc etc. Soprattutto se sono negozi dedicati alla roba che mi garba, oppure in cui a tale roba sono dedicati ampi reparti. Non sono schizzinoso, va bene anche il repartone da Mondadori o Ricordi o FNAC che sia. (Continua a leggere)

Sì, ok, è domani, bella forza, direte. In effetti è così, ma a noi non piace faticare. In ogni caso, tutta la gente che si occupa di musica con ardore & passione e persino aggratis sul webs fibrilla per i RSD, e pure noi in passato ci abbiamo dedicato tempo e spazio. (Continua a leggere)

Donald Edwards si è fatto notare ultimamente in una serie di uscite Criss Cross, fra cui pure l’ultimo album di Orrin Evans. Oggi il batterista della Louisiana, dopo una lunga serie di lavori da sideman e due dischi a suo nome poco noti e ancor meno distribuiti, esce per l’etichetta olandese con un ottimo album di materiale originale. Il quintetto vanta la presenza di musicisti ormai ben noti come Eric Revis (contrabbasso) e Orrin Evans (piano), cui si aggiungono gli ottimi David Gilmore (chitarra, e niente Pink Floyd) e Walter Smith III (sax tenore); la musica è post-bop avventuroso e intelligente, decisamente moderno nell’utilizzo di ritmi rock, funk e hip hop frammisti ai più classici tempi swinganti. In particolare il contrabbasso si preoccupa di fare da perno al gruppo con robusti groove attorno a cui gira tutto il resto, a partire dalla liquida batteria del leader. (Continua a leggere)

Il grande Etienne Charles, con simpatia e semplicità, ci fa fare un tour attraverso alcuni meccanismi di composizione ed improvvisazione jazzistica. Le metafore culinarie, con tanto di preparazione del pollo, di sicuro aiutano a rendere il tutto più appetitoso e orecchiabile!


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