FREE FALL JAZZ

Dayna Stephens's Articles

Con ‘Reminiscent’ Dayna Stephens rivede un’idea un tempo molto popolare, quella della “tenor battle”. Su questo tipo di registrazioni si dovrebbero dipanare un bel po’ di quei luoghi comuni che le riducono a blowin’ session tutte tecnica e zero contenuti. In realtà le tenor battle funzionano bene quando i musicisti sono ben assortiti e complementari, capaci cioè di completarsi a vicenda nel suono e nel fraseggio, creando così una tensione positiva. E’ ciò che succede in questo lavoro d’ampio respiro, in cui Stephens e il bravissimo coetaneo Walter Smith III collaborano per esaltare l’atmosfera, i colori, le implicazioni melodiche dei temi, originali e non, assieme ad una sezione ritmica deluxe composta da Aaron Parks (piano), Mike Moreno (chitarra), Harish Raghavan (basso) e Rodney Green (batteria).  (Continua a leggere)

Di Dayna Stephens abbiamo parlato più volte, essendo uno dei più interessanti sassofonisti sulla piazza, e contavamo di farlo nuovamente a breve, vista l’uscita di un nuovo disco su Criss Cross assieme al collega Walter Smith III. (Continua a leggere)

L’album di ballad, al giorno d’oggi, sembra quasi una reliquia. Non per Dayna Stephens, eccellente sassofonista che ha già dimostrato il suo valore sui tempi medio-lenti, in cui brillano la grande attenzione a suono e volume e il notevole uso di glissando e vibrato. La melodia, in qualunque forma, resta la linea guida delle sue liriche esplorazioni, dove si dimostra attento discepolo di Wayne Shorter, Branford Marsalis, Ben Webster e Dexter Gordon. Tutte caratteristiche ben presenti nella sua discografia passata ed esaltate più che mai in ‘Peace’, dove lo accompagna una vera e propria formazione all-star: Brad Meldhau (piano), Julian Lage (chitarra), Larry Grenadier (contrabbasso) ed Eric Harland (batteria), alle prese con una selezione di temi tutt’altro che scontata. (Continua a leggere)

Il talentuoso sassofonista Dayna Stephens è pronto a tornare in studio per un nuovo album che vedrà la presenza di Brad Meldhau, Julian Lage, Larry Grenadier ed Eric Harland. Intitolato ‘Peace’, uscirà anche grazie a noi: Dayna ha infatti aperto una campagna di crowdfunding per finanziarne i costi di registrazione e stampa, come già molti altri musicisti. Trovate qui tutti i dettagli per partecipare, ricordando che il tutto scadrà a fine giugno. Il 5% di ogni donazione verrà devoluto all’associazione Musicians On Call, che si preoccupa di portare musica dal vivo ai malati costretti a letto.

Dayna Stephens è uno dei più stimati sassofonisti della nuova generazione. Merito di un bellissimo suono “middleweight” che riecheggia tanto i musicisti pre-bop quanto Hank Mobley, e di uno stile compositivo cerebrale e stimolante che tuttavia non è mai inutilmente complesso o freddo. Anzi, temi, sviluppi e improvvisazioni hanno sempre una vena melodica molto felice e riescono a stimolare la curiosità dell’ascoltatore senza mai intimidirlo o, peggio, annoiarlo. Queste caratteristiche ne hanno fatto, giustamente, un musicista molto richiesto nel panorama contemporaneo. Nel 2013 Dayna ha pubblicato ben due album, ‘I’ll Take My Chances’ (CrissCross) e ‘That Nepenthetic Space’ (Sunnyside) che andiamo subito ad analizzare in questo piccolo speciale.

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Nelle orecchie (mie, per lo meno) è ancora forte l’eco del bellissimo ‘The Eleventh Hour’, quindi perché non pubblicare questo bel clip di Blake dal vivo coi suoi ragazzi? Detto fatto, eccolo qui. Da notare la presenza del bravissimo Dayna Stephens al sax, al posto dell’impegnatissimo Mike Turner.


Dayna Stephens è uno dei molti talentuosi giovani che sgomitano per un posto al sole nell’affollatissimo panorama jazzistico, quello più idiomatico e mainstream, odierno. Ha suonato con Terence Blanchard, Tom Harrel, Albert Heath, Josh Roseman e un sacco di altri. Oggi è alla sua seconda prova da leader, alla guida di un quartetto molto solido (Aaron Parks al piano, Kiyoshi Kitagawa al contrabbasso, Donald Edwards alla batteria) con cui mette in luce le sue grandi doti di sassofonista, ovviamente, e di compositore dallo stile intrigante e originale. Con un suono caldo e avvolgente, mai sopra le righe, Stephens sviluppa le sue improvvisazioni in maniera allusiva, pensosa, facendo suo lo stile obliquo di Wayne Shorter. Lo possiamo sentire subito in un classico come ‘Skylark’ che apre l’album quasi in punta di piedi, come una spettrale bossanova dove la tonalità viene suggerita ma mai affermata del tutto, creando un clima sfuggente e misterioso in cui sono le soffuse melodie di sax e piano a fare da centro di gravità. ‘Kwooked Stweet’ è un post bop veloce e impulsivo, con un bel lavoro di tromba da parte dell’ospite Michael Rodriguez, con sezioni timbricamente più dense sotto il comando del sax e quasi aeree quando entra in gioco la tromba, nel segno di una melodia umbratile e un po’ enigmatica. (Continua a leggere)