FREE FALL JAZZ

Sì, ok, è domani, bella forza, direte. In effetti è così, ma a noi non piace faticare. In ogni caso, tutta la gente che si occupa di musica con ardore & passione e persino aggratis sul webs fibrilla per i RSD, e pure noi in passato ci abbiamo dedicato tempo e spazio. Probabilmente faremo qualcosa di simile nel weekend, perché in fin dei conti anche chi vende i dischi ci è simpatico, e merita di sopravvivere alle intemperie del mercato, SE sa fare bene il suo lavoro e non è come quegli stronzi lì dell’unico negozio della mia città. Ma si divaga. Intanto, sappiamo che nel mondo del rock è comunissimo pubblicare robe speciali, dvd, aggeggi limitati e speciali in vinile ottenuto da pelliccia di panda (scuoiato rigorosamente vivo) eccetera eccetera – il che in teoria è una specie di controsenso, no? L’edizione limitedissma predica ai convertiti o in alternativa attira gli speculatori da eBay che poi rivendono il limited numerato autografato pressofuso ceralaccato e coi proventi ci si comprano la macchina nuova. Non so, mi sembra un modo curioso per avvicinare la gente ai negozi di dischi, come fare il Negozio di Auto Day esibendo Rolls e Ferrari. Il pianeta jazz mi pare un po’ immune da queste cose, forse perché di dischi se ne vendono talmente pochi già a cose normali che l’edizione limited nemmeno viene presa in considerazione. E quindi, alla fine, anche noi non sappiamo bene che dire.

Intanto, però, lo sapete che le Acoustic Sessions di ‘The Shocking Miss Emerald’ di Caro Emerald escono in edizione limitata vinile picciur proprio per il RSD 2014? No? Nemmeno noi, eppure cercando su Google “record store day 2014 jazz” è quel che viene fuori, in tema di uscite speciali per l’evento. Qualcuno a questo punto potrebbe dire Caro Emerald non c’entra un bel nulla col giezz, e io potrei rispondere che è verissimo. Ma sapete come funziona, con Sting e Raphael Gualazzi a Umbria Jazz ci può stare anche Caro Emerald su Google, almeno è più simpatica. Del resto, “ascolto anche giezz” dall’ascoltatore di cantantesse che ne importano alcuni dei più noti segnali di riconoscimento ce lo aspettiamo pure, e insomma, qualcosa per attirare visitatori dobbiamo inventarcelo pure noi.

Un buon punto di partenza potrebbe essere quello di dare una scorsa alle recensioni che abbiamo pubblicato ultimamente, appuntarsi i nomi sul foglietto di carta (quella che avete conservato meticolosamente dopo aver consumato il prosciutto ivi contenuto) e andare poi dal negoziante, che di sicuro sarà sprovvisto. Perché poi è bello no, che nel RSD trovi sì le edizioni in pelle umana del singolo, ma non l’edizione plebea dell’ultimo disco. Io consiglio Donald Edwards, Rudy Royston, Karl Denson, fra le ultime robe. Ma così, giusto per segnalarne tre.
(Negrodeath)

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