FREE FALL JAZZ

Archive for " febbraio, 2014 "

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In questa coinvolgente versione di ‘Solace’ vediamo il grande (in tutti i sensi) Cyrus Chestnut alla guida di un sestetto di allievi eccellenti della Berklee School Of Music. Post-bop evoluto e cangiante, e così sia!



Questo è un piccolo post inutile e poco professionale, nonché strabordante di pregiudizio. Fatto sta che, alla notizia che Vijay Iyer avrebbe inciso su ECM, ho subito pensato a Craig Taborn. Non perché si assomiglino in qualcosa, a parte l’essere pianisti jazz. No. Perché Taborn, pianista brillante e originale, incidendo per ECM è diventato il solito musicista plin plin plin che incide per ECM. Questo, se la pensate come me, è un male. Tornando a Vijay, da questo link si può sentire un pezzo del nuovo album, ‘Mutations’. L’ho ascoltato più volte, sperando in una chiave di lettura alternativa, ma niente: sembrerebbe l’ennesima incarnazione del sound ECM. Bestemmie a piacere dopo il segnale acustico…
(Negrodeath)

Golden Explosion è quella cosa che succederà al tuo cervello ascoltando le prime due tracce di questo disco a tutto volume. La intro, lenta e sincopata, è il preludio di un disco carico, energico… esplosivo, appunto. Il da poco ventinovenne Marius Neset è una mina vagante del sax, harmonica, keyboards, piano, sax soprano, sax tenore e sti cazzi. Massì, crepi l’avarizia, diciamo che è anche producer. Pensare che abbia solo due anni in più di me mi regala la dignità di un bradipo in letargo dopo un’estate tutta birra e mariolana.

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L’arpa non è certo uno degli strumenti simbolo del jazz. A parte Alice Coltrane e Dorothy Ashby, in effetti, è difficile pensare ad altri specialisti dello strumento. Arriva ora Brandee Younger, giovanissima musicista americana che debutterà quest’anno su Blue Note e nel frattempo ha collaborato con una serie di musicisti di varia estrazione, dal jazz all’hip-hop alla classica. Questo filmato è un antipasto davvero succoso.


Il 2013 è stato pure l’anno dei Black Sabbath. Tre quarti della formazione originale si sono riuniti per un nuovo album, ’13′, in verità fra i peggiori della loro carriera, e un nuovo tour di grandissimo successo. Bene, ma cosa c’entra col jazz una delle band storiche dell’hard rock e del metal? Di per sè un bel niente. Però Russell Gunn, grandissimo trombettista e leader di cui già ci siamo occupati approfonditamente, ha deciso di dedicare il suo ultimo cd a rivisitazioni del repertorio di Ozzy Osbourne e soci. Russell dimostra di conoscere bene la discografia dei Sabbath, visto che va a riprendere classici della primissima fase (i primi quattro album), quelli con una traccia blues esplicita o implicita e quindi potenzialmente più adatti ad essere esplorati secondo la sua estetica “etnomusicologica”: partire col jazz, riannodare i fili delle diramazioni, portare alla luce le connessioni nel segno della musica nera. (Continua a leggere)

‘… It Was Beauty’ è un’uscita significativa per Orrin Evans, visto che si tratta della sua ventesima produzione da leader nel corso di vent’anni di attività. Visto il livello medio di suoi dischi (non ultime le innumerevoli collaborazioni), è un peccato che il pianista di Philadelphia non sia nella Champion’s League del jazz mondiale di oggi. Sia come sia, il nuovo album si segnala per un paio di aspetti interessanti. Il primo è una formazione inusuale, almeno in alcuni brani. Il trio con contrabbasso e batteria non è una novità, ma mentre le bacchette sono sempre in mano al capace Donald Edwards, al contrabbasso si alternano Eric Revis, Luques Cortis, Ben Wolfe e Alex Claffy. Non solo, perché in ‘African Song’ e ‘Commitment’ il suono si fa più denso e percussivo grazie all’uso di due contrabbassi, che aumentano il groove afro e il colore scuro del gruppo. (Continua a leggere)

Se n’è andato all’improvviso, il 28 dicembre, Dwayne Burno, contrabbassista di grande talento e da tempo malato di reni. (Continua a leggere)

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