FREE FALL JAZZ

Golden Explosion è quella cosa che succederà al tuo cervello ascoltando le prime due tracce di questo disco a tutto volume. La intro, lenta e sincopata, è il preludio di un disco carico, energico… esplosivo, appunto. Il da poco ventinovenne Marius Neset è una mina vagante del sax, harmonica, keyboards, piano, sax soprano, sax tenore e sti cazzi. Massì, crepi l’avarizia, diciamo che è anche producer. Pensare che abbia solo due anni in più di me mi regala la dignità di un bradipo in letargo dopo un’estate tutta birra e mariolana.

Nella title track (perfettamente collegata con la intro) si percepisce subito una spinta fortissima, le keyboards di Django Bets condiscono con accenti elettrici un’estetica un po’ funky, un po’ fusion. La linea del basso di Jasper Høiby è netta, non sembra spingere verso un groove pastoso ma piuttosto un pizzicato secco, conferendo all’estetica un ché di “acido”. Le pelli di Anton Eger seguono questa cifra impostando un ritmo cadenzato dai colpi secchi e imprevedibili. Nel complesso risulta comunque un sound pieno, compatto, tanto da far pensare, ad un primo ascolto, ad un complesso di almeno dieci elementi! Il tema si ripete e si fonde in scale, soli e effetti fino a intrecciarsi in un groviglio di sound quasi inscindibile per poi tornare pacato e disteso.

Le tracce scorrono fluide e vivaci in questa ben strutturata visione intervallate da “intermezzi” solisti di Marius al sax; un vero virtuoso che però sa anche colpire con la giusta sensibilità e malandrinaggine di un neanche trentenne.

Insomma, una bella dose d’energia per dare una bella scrollatina all’anima: uscito nel 2011 per la Edition Records è sicuramente un disco a cui dedicare attenzione.

Vi chiederete: beh, Martin, perché non ci parli di ACT!? Vero, ma posso dirvi, secondo fonti certe, che Marius sarà presto parte della big family based in Munchen.
(Martino A.L. Spreafico)

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