FREE FALL JAZZ

Roy Haynes's Articles

Questa settimana ci sentiamo in vena di festeggiamenti. In realtà in giro succedono cose brutte, ma proprio per questo meglio pensare a quelle belle, come ai grandi musicisti ormai venerabili che non smettono di creare e guardare avanti. (Continua a leggere)

Pochi al mondo, oggi, vantano la definizione di Leggenda Vivente. Fra questi, possiamo di sicuro citare l’ottantottenne (!) Roy Haynes, quell’instancabile e sublime batterista che ha attraversato tutta la storia del jazz dagli anni ’40 oggi, ha suonato praticamente con tutti ed è ancora qui, in forma smagliante, pronto a dire la sua nel panorama contemporaneo. Tanto di cappello, quindi, già solo per quel magnifico look bad ass sfoggiato in copertina e la sua ottima Fountain Of Youth Band (Jaleel Shaw al contralto, Martin Bejerano al piano, David Wong al basso) stabile già da qualche anno! ‘Roy-alty’ naturalmente è un vigoroso concentrato di post-bop ai massimi livelli, dieci composizioni di cui quattro sono standard dell’era del be-bop rivisti e rinfrescati in nuove, esplosive versioni: ‘Off Minor’ di Monk diventa un entusiasmante duetto fra Roy e il piano dell’ospite Chick Corea, ‘Milestones’ di Davis (ovviamente quella degli anni ’40 e non quella dell’omonimo album) viene tinta di sonorità afro-cuban facendo così il paio con ‘Tin-Tin Deo’, dove rilucono la splendida tromba di Roy Hargrove e il buffo simil-rap di Haynes, mentre la classica ballad ‘These Foolish Things’ ci immerge in un clima laguido e sensuale, graziato di nuovo dalle splendide performance di Roy & Roy. (Continua a leggere)

Il bellissimo filmato che vi accingete a visionare viene dagli archivi di una tv tedesca. Fu girato in occasione del settantesimo compleanno di Art Blakey al festival di Leverkusen, ed è una vera goduria per una serie di motivi. Il primo, banalmente, è che si tratta di Art Blakey e dei Jazz Messengers, all’epoca composti da Brian Lynch (tromba), Javon Jackson (tenore), Donald Harrison (contralto), Frank Lacy (trombone), Essiet Okon Essiet (contrabbasso) e Geoff Keezer (piano); il secondo la parata di ospiti speciali, gente lanciata proprio da Blakey verso l’empireo che torna a festeggiare il maestro, e si parla di Freddie Hubbard, Wayne Shorter, Benny Golson, Walter Davis jr, Jackie McLean e Terence Blanchard; ‘Mr Blakey’, un divertente brano scritto appositamente da Horace Silver (che non aveva potuto partecipare) e cantato da Michelle Hendricks; infine, Roy Haynes dietro la batteria e Art al pianoforte per una bella versione del classico di Monk ‘In Walked Bud’. E poi, la musica dei Messengers… ma quella non si discute, giusto?