FREE FALL JAZZ

Cecco Ria's Articles

Il giudizio critico su Chick Corea è stato per decenni piuttosto ondivago, un po’ per pregiudizio ideologico, in altri casi per suoi oggettivi demeriti. Il personaggio, oltre il musicista, ha sicuramente manifestato nel corso della sua lunga carriera, tratti di eclettismo un po’ guascone e certamente qualche periodica furbesca scivolata nel kitsch, che forse ha avuto più a che vedere con motivazioni legate al profitto che all’arte musicale. Tuttavia, se oggi si dà uno sguardo più distaccato alla sua imponente discografia e alla sua opera compositiva, ci si rende conto che Corea è, assieme ai sostanzialmente coevi Mc Coy Tyner, Herbie Hancock e Keith Jarrett, uno dei pilastri su cui si reggono le linee guida del pianismo jazz contemporaneo. (Continua a leggere)

Amato, odiato, discusso, invidiato, riverito, Chick Corea a settantun’anni è ormai un musicista arrivato che, in teoria, non ha più niente da dimostrare a nessuno. La sua carriera, in quasi cinque decadi, ha attraversato molte fasi, ognuna delle quali ha i suoi sostenitori come i suoi detrattori. Il nuovo ‘The Vigil’ lo possiamo vedere, forse, come un tentativo di sintesi di alcuni dei volti più amati del pianista: il post-bop evoluto di fine anni ’60, la fusion degli anni ’70, il pastiche latineggiante, il kitsch populista si ritrovano tutti insieme,  confermati come mattoni fondanti dell’estetica dell’estroso Armando, che con la consueta generosità allestisce un sostanzioso banchetto per i numerosi ammiratori. (Continua a leggere)

Pochi al mondo, oggi, vantano la definizione di Leggenda Vivente. Fra questi, possiamo di sicuro citare l’ottantottenne (!) Roy Haynes, quell’instancabile e sublime batterista che ha attraversato tutta la storia del jazz dagli anni ’40 oggi, ha suonato praticamente con tutti ed è ancora qui, in forma smagliante, pronto a dire la sua nel panorama contemporaneo. Tanto di cappello, quindi, già solo per quel magnifico look bad ass sfoggiato in copertina e la sua ottima Fountain Of Youth Band (Jaleel Shaw al contralto, Martin Bejerano al piano, David Wong al basso) stabile già da qualche anno! ‘Roy-alty’ naturalmente è un vigoroso concentrato di post-bop ai massimi livelli, dieci composizioni di cui quattro sono standard dell’era del be-bop rivisti e rinfrescati in nuove, esplosive versioni: ‘Off Minor’ di Monk diventa un entusiasmante duetto fra Roy e il piano dell’ospite Chick Corea, ‘Milestones’ di Davis (ovviamente quella degli anni ’40 e non quella dell’omonimo album) viene tinta di sonorità afro-cuban facendo così il paio con ‘Tin-Tin Deo’, dove rilucono la splendida tromba di Roy Hargrove e il buffo simil-rap di Haynes, mentre la classica ballad ‘These Foolish Things’ ci immerge in un clima laguido e sensuale, graziato di nuovo dalle splendide performance di Roy & Roy. (Continua a leggere)

Potremmo spendere intere pagine provando a spiegare perché solo l’idea di una joint venture Corea/Bollani ci faccia venire i brividi, ma sarebbe un ingeneroso supplizio nei confronti di chi legge. Alla fine il disco arriva ugualmente nei negozi e assieme a lui il puntualissimo e UNANIME consenso della critica: “un’intesa che ha dello straordinario”, “un raffinato jazzista di casa nostra all’altezza di una leggenda del genere”, “soavi melodie, geniali improvvisazioni”. Non cito testualmente, ma ci siamo capiti. Tuttavia è anche ora che qualcuno lo dica: ‘Orvieto’ è una sòla. Fumo negli occhi per presunti intenditori, cultori del bello e pseudo-intellettuali per cui il jazz è una spilletta da ostentare a garanzia della propria credibilità.

Dietro questi 80 (OTTANTA) minuti di plin plin plin (registrati live, senza accompagnamento, ad Umbria Jazz negli ultimi giorni del 2010) c’è davvero ben poco. Che i nostri si cimentino con materiale creato ”a braccio” appositamente per l’occasione o con la rilettura di qualche bossa nova (corrente della quale, a quanto pare, sono entrambi molto ghiotti) non fa differenza: le improvvisazioni suonano caotiche e la tanto sbandierata sintonia tra i due pianisti pare essere piuttosto fantomatica. (Continua a leggere)