FREE FALL JAZZ

Jackie McLean's Articles

Questa session del 1967 esce dai soliti parametri del catalogo Blue Note di quegli anni. Questo dovuto alla presenza di Ornette Coleman, qui solo alla tromba, che riuscirà anche a sdoganare la “new music”, registrando nei due anni seguenti un paio di dischi per la suddetta etichetta. Ma anche e soprattutto alla scrittura di Jackie McLean, molto più avanguardistica del suo collega nel brano di apertura: “Lifeline” è una suite, divisa in 4 movimenti, che occupa tutta la prima facciata, dove si intersecano call and response, note tenute, la tromba sbilenca di Ornette, armonie e linee melodiche complesse, fino a echi blues. Blues da dove i nostri discendono. Gli altri componenti (il pianista Lamont Johnson, il batterista Billy Higgins e Scott Holt al basso) assecondano le intenzioni e le idee dei nostri, puntualizzando sempre con un’ampia varietà di colori il pezzo. Sembra che McLean sia un freeman, facendo il verso a Ornette, mentre quest’ultimo, oltre a trasportare alla tromba le sue idee sviluppate sul sax, cita anche Don Cherry. (Continua a leggere)

Il bellissimo filmato che vi accingete a visionare viene dagli archivi di una tv tedesca. Fu girato in occasione del settantesimo compleanno di Art Blakey al festival di Leverkusen, ed è una vera goduria per una serie di motivi. Il primo, banalmente, è che si tratta di Art Blakey e dei Jazz Messengers, all’epoca composti da Brian Lynch (tromba), Javon Jackson (tenore), Donald Harrison (contralto), Frank Lacy (trombone), Essiet Okon Essiet (contrabbasso) e Geoff Keezer (piano); il secondo la parata di ospiti speciali, gente lanciata proprio da Blakey verso l’empireo che torna a festeggiare il maestro, e si parla di Freddie Hubbard, Wayne Shorter, Benny Golson, Walter Davis jr, Jackie McLean e Terence Blanchard; ‘Mr Blakey’, un divertente brano scritto appositamente da Horace Silver (che non aveva potuto partecipare) e cantato da Michelle Hendricks; infine, Roy Haynes dietro la batteria e Art al pianoforte per una bella versione del classico di Monk ‘In Walked Bud’. E poi, la musica dei Messengers… ma quella non si discute, giusto?