FREE FALL JAZZ

Archive for " novembre, 2015 "

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Un Jarrett che se la ride?

Come sempre, il ritorno di Keith Jarrett in Italia per qualche sua esibizione, riaccende le dispute. Un cliché ormai risaputo che di solito stimola una discussione più sul personaggio che sulla sua musica, che è lodabile ma per molti versi anche  criticabile, come per tanti altri. Non si capisce dove sia il problema, o meglio, forse si capisce sin troppo bene… (Continua a leggere)

Non sappiamo quando sia stato filmato di preciso questo concerto, ma vista la formazione che comprende Cecil Bridgewater e Odean Pope e l’età di Max, possiamo immaginare la fine degli anni ’80 o l’inizio dei ’90. Per il resto, godetevi questo bel concerto – sebbene meno nominato di altri, Max Roach è una figura gigantesca nella storia del jazz e non solo, e meriterebbe posto a fianco dei più noti musicisti-simbolo.


La scena musicale americana, offre oggi davvero un ricco campionario di validi improvvisatori, più o meno giovani, con un bagaglio di esperienze musicali maturate molto variegato, cioè non più inquadrabili come un tempo in singoli e precisi ambiti stilistici, ma per lo più sono poco conosciuti in Italia e meriterebbero senz’altro maggior attenzione. D’altronde una certa vulgata, ripetuta tendenziosamente come un mantra, da tempo propaganda l’idea che il jazz più creativo e aggiornato si faccia ormai in Europa e che in Italia, in particolare, abbiamo sufficienti validi musicisti da non aver alcuna necessità di presentarne al pubblico di americani, specie se questi rientrano in ambiti stilistici considerati pregiudizialmente ormai superati. Un comportamento, che dietro ad una apparente facciata di progressismo, in realtà nasconde solo un nazionalismo di convenienza e un approccio settario, pure abbastanza incolto. (Continua a leggere)

Un disco di omaggio. A Charlie Parker, per giunta, una di quelle icone su cui non sembrerebbe esserci rimasto molto da dire. Come in tutte le cose, però, la differenza la fanno il talento e la prospettiva di chi omaggia. E nel caso di Rudresh Mahanthappa, fra i maggiori talenti del jazz di oggi, possiamo aspettarci tutto tranne che un’ovvietà. ‘Bird Calls’ parte da un’idea semplice ed elegante: costruire nuovi brani a partire da frammenti della personalità musicale di Charlie Parker, che si tratti di un lick, un giro armonico, un frammento di assolo, una melodia. Ma partendo da questo concetto, Mahanthappa affronta un viaggio in sè stesso, da quando l’ascolto della musica di Bird a 12 anni gli fece capire che il jazz sarebbe stato la sua vita, alla decisione di affrontare col jazz pure l’eredità culturale indiana. (Continua a leggere)

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 L’influenza di Wayne Shorter in veste di improvvisatore sulle più recenti generazioni di sassofonisti è vasta ed evidente. Il suono, il senso del ritmo, il fraseggio e la scelta delle note lo identificano facilmente e lo caratterizzano per originalità ed ingegno. (Continua a leggere)

Sabato 21 novembre, per l’ultimo appuntamento 2015 realizzato in collaborazione con Bologna Jazz Festival, il Jazz Club Ferrara ospita una preziosa gemma della storia del jazz, il quartetto del polistrumentista statunitense Bennie Maupin completato da Michal Tokaj al pianoforte, Michal Barański al contrabbasso e Lukasz Żyta alla batteria. (Continua a leggere)

Ron Miles è uno dei principali fautori dell’americana in jazz, sebbene sia meno quotato dei più noti Bill Frisell, Brian Blade (musicisti con cui ha collaborato a più riprese, e con ottimi risultati) e naturalmente Keith Jarrett. Accompagnato da contrabbasso e pianoforte, il trombettista ci dà un saggio della sua arte in questo bel concerto del 2013.


Christian Scott, lo abbiamo detto e ridetto, è passato dall’Italia proprio ora per tre concerti a cui nessuno di noi, purtroppo, ha potuto assistere. Tuttavia, con un po’ di contatti via email e Facebook, siamo riusciti per lo meno ad organizzare un’intervista telefonica durante una pausa del soundcheck della data bolognese al Bravo Caffé. Dieci minuti scarsi, ma Christian si è dimostrato simpatico ed interessante. Nella speranza di bissare il prossimo luglio, quando tornerà per suonare in un festival (non sappiamo ancora quale), ecco il risultato della chiacchierata. (Continua a leggere)

In seguito ai concerti italiani di Kamasi Washington della scorsa settimana si è sollevato un polverone impressionante, qui in Italia. Come spesso succede, sono nate due fazioni litigiose di pro e contro, guelfi e ghibellini, Coppi e Bartali. In mezzo, qualcuno che si è goduto il concerto, magari senza sapere molto del jazz in generale: indubbiamente fortunato, ancor più perché estraneo alla ridicola pugna. Per il resto, risate amare di fronte alla gazzarra appena trascorsa. (Continua a leggere)

Domenica 29 novembre 2015, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni di Milano (via Manzoni, 42), “Aperitivo in Concerto” presenta il primo concerto in Italia di un leggendario protagonista della storia del jazz: il pianista Roger Kellaway. (Continua a leggere)

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