FREE FALL JAZZ

taking Texas to the people's Articles

Di Tex Allen si era già detto qualche tempo fa, in occasione del recupero di ‘Blue Autumn’ a firma Nat Adderley, album nel quale uno dei pezzi migliori, ‘The Fifth Labor Of Hercules’, portava proprio la firma di questo compositore di Houston dal background poco pubblicizzato ma valoroso: anni di studi, dozzine su dozzine di concerti macinati prima nel suo Texas (quasi sempre alla tromba, pur essendo anche abile pianista), poi nell’adottiva New York City, dove ebbe la prima grande occasione nell’orchestra di Gil Evans (sull’ottimo ‘Svengali’, 1973). La partecipazione prestigiosa non si rivelò il trampolino sperato, complice anche un carattere poco incline a compromessi  (“Non  ho mai sacrificato la mia musica nel nome del business”, diceva) con il quale, sgomitando sgomitando, riuscì tuttavia a ritagliarsi un’onestissima carriera da mediano, sia componendo per altri, che sui palchi della grande mela. (Continua a leggere)

Tra un  clic e l’altro abbiamo appena scoperto questa manciata di video di uno dei nostri texani preferiti, David ‘Fathead’ Newman, registrati il 17 Maggio del 1990 in un locale di Manhattan (che probabilmente non esiste più) col nome più bello di sempre: ZANZIBAR & GRILL. Ovviamente non potevamo certo tenerli tutti per noi, e dunque eccoli qui uno dietro l’altro. Ad accompagnare il tenorsassofonista troviamo tale George Naha alla chitarra ritmica, Jon Hammond allo, ehm, hammond e lo strepitoso Bernard Purdie alla batteria, istituzione che ha lasciato il segno su un numero indefinito di dischi in ambito funk, rhythm’n'blues e soul. I brani sono: ‘Lydia’s Tune’, ‘Georgia On My Mind’, ‘Late Rent’ e ‘Pocket Funk’.

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“Il Texas è uno stato d’animo. Il Texas è un’ossessione.
Ma soprattutto, il Texas è una nazione in ogni senso della parola”.

John Steinbeck aveva ragione: che siano gli ZZ Top, la cucina Tex-Mex, Hap & Leonard, “chi ha sparato a J.R.” o i redneck con la cirrosi epatica scolpita nel destino, il Texas è qualcosa di fortemente caratterizzante. Il discorso vale anche per il jazz, ovvio: lo stato della stella si è distinto infatti per aver dato i Natali (per adozione, talvolta) a uno stuolo di musicisti spesso innamorati tout court della musica nera più “viscerale”, sia essa blues, r’n'b, soul, finanche funk. Sassofonisti in particolare: dal pioniere Buster Smith, ai vari King Curtis, Arnett Cobb e, soprattutto, David ‘Fathead’ Newman. (Continua a leggere)