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Texas's Articles

Tra un  clic e l’altro abbiamo appena scoperto questa manciata di video di uno dei nostri texani preferiti, David ‘Fathead’ Newman, registrati il 17 Maggio del 1990 in un locale di Manhattan (che probabilmente non esiste più) col nome più bello di sempre: ZANZIBAR & GRILL. Ovviamente non potevamo certo tenerli tutti per noi, e dunque eccoli qui uno dietro l’altro. Ad accompagnare il tenorsassofonista troviamo tale George Naha alla chitarra ritmica, Jon Hammond allo, ehm, hammond e lo strepitoso Bernard Purdie alla batteria, istituzione che ha lasciato il segno su un numero indefinito di dischi in ambito funk, rhythm’n'blues e soul. I brani sono: ‘Lydia’s Tune’, ‘Georgia On My Mind’, ‘Late Rent’ e ‘Pocket Funk’.

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“Il Texas è uno stato d’animo. Il Texas è un’ossessione.
Ma soprattutto, il Texas è una nazione in ogni senso della parola”.

John Steinbeck aveva ragione: che siano gli ZZ Top, la cucina Tex-Mex, Hap & Leonard, “chi ha sparato a J.R.” o i redneck con la cirrosi epatica scolpita nel destino, il Texas è qualcosa di fortemente caratterizzante. Il discorso vale anche per il jazz, ovvio: lo stato della stella si è distinto infatti per aver dato i Natali (per adozione, talvolta) a uno stuolo di musicisti spesso innamorati tout court della musica nera più “viscerale”, sia essa blues, r’n'b, soul, finanche funk. Sassofonisti in particolare: dal pioniere Buster Smith, ai vari King Curtis, Arnett Cobb e, soprattutto, David ‘Fathead’ Newman. (Continua a leggere)

Blix. Così si chiama il trombonista leader del quartetto norvegese che in questo lavoro dà prova di notevole compattezza, bellissimo sound e creatività. L’album (‘Texas’), pubblicato nel 1998 per la Nor-CD, alterna brevi improvvisazioni libere a brani maggiormente strutturati, e in entrambe le dimensioni i risultati sono eccellenti.

Le composizioni, la maggioranza a firma del chitarrista Nils-Olav Johansen, soddisfano appieno l’anima rockettara che si nasconde in ognuno di noi; sempre piene di sorprese e suonate con energia, intricate ed intriganti, a volte basate su interessanti stratificazioni melodico/ritmiche (rimandano facilmente alle “forme verticali” di George Russell che – guarda un po’! – visse e lavorò anche nei paesi scandinavi).

Un’atmosfera entusiasmante avvolge la musica della Blix Band e bisogna darne il merito a tutti: contrabbasso (ottimo suono, naturale e diretto) e batteria valorizzano tutto (ma proprio tutto) con grande gusto, belli anche gli interventi dell’ospite Didrik Ingvaldsen alla tromba. I due solisti hanno stili affatto differenti: ad una chitarra virtuosa speziata di funky si accosta lo stile sintetico del trombone di Blix. Astratto e gestuale, Blix suona solo lo stretto necessario… ed è una grande dote. Io quando lo ascolto mi emoziono e per questo vivamente lo consiglio. (Carlo Cimino)