FREE FALL JAZZ

Giugno In Jazz's Articles

Lo ammetto, sono partito diffidente e anche un po’ prevenuto. Quello del cantautore (magari in calo di popolarità) che decide di “lanciarsi” nel jazz d’altronde è un quadretto inflazionato ultimamente (che poi spesso si traduce solo nei successi di sempre riletti con qualche plin plin plin in sottofondo): per qualche motivo continua ad arrivarmi una mailing list con notizie che mi informano del nuovo progetto jazzistico di Fabio Concato (…); di recente leggevo da qualche parte che pure Eduardo De Crescenzo (… …) è partito con un tour teatrale in cui rivisita il suo repertorio usando quella parolina che sembra tanto utile a riabilitare e a rifarsi una verginità presso gli occhi del pubblico serio. (Continua a leggere)

Il pubblico. Passano gli anni e a volte dei concerti li ricordi più per quello che accade sotto il palco anziché sopra. Ieri sera i segnali puntavano in quella direzione fin dall’inizio, quando tra la folla si sono fatti strada i volti di numerosi cultori del bel suono di mia conoscenza, raduno di riccardoni impenitenti che al termine dei numeri più funambolici degli strumentisti si lanciavano in cori “GI-NO! GI-NO!” modello quei ragazzi della curva B. (Continua a leggere)