FREE FALL JAZZ

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Quando Al Jarreau sale sul palco zoppicante, aiutato non solo da un bastone ma anche da un paio di assistenti, il primo pensiero è che il tempo non sia stato troppo clemente con lui. Vederlo muoversi con fatica, non sappiamo se come strascico dei problemi di salute di qualche anno fa o per qualche infortunio dell’ultimo minuto, è uno spettacolo ai limiti dello struggente. Per un attimo il pubblico (piuttosto numeroso invero) si chiede se valga la pena insistere così, se a 75 anni e con un fisico piuttosto provato non sia meglio restare a casa e godersi attività meno spossanti di un tour in giro per il mondo (sarà in Europa per tutto Luglio, poi date a intermittenza negli Stati Uniti fissate fino a Novembre. Persino una capatina in Brasile al Rock In Rio!). Il buon Al, coppola alla Brian Johnson in testa e cravatta a fantasia viola al collo, ci mette poco però a zittirci (Continua a leggere)

Christian Scott è uno dei nomi di punta del jazz contemporaneo, e con assoluto merito: è bravissimo, porta avanti un discorso assai personale e moderno, e allo stesso tempo è perfettamente consapevole di un secolo di storia del jazz. E’ pure riuscito ad ottenere un minimo di visibilità al di fuori della cerchia ristretta degli appassionati. Il suo nuovo, doppio album ‘Christian aTunde Adjuah’ è in uscita su Concorde proprio in questi giorni, quindi cogliamo l’occasione di farvelo ascoltare tramite il First Listen di NPR!

Il pubblico. Passano gli anni e a volte dei concerti li ricordi più per quello che accade sotto il palco anziché sopra. Ieri sera i segnali puntavano in quella direzione fin dall’inizio, quando tra la folla si sono fatti strada i volti di numerosi cultori del bel suono di mia conoscenza, raduno di riccardoni impenitenti che al termine dei numeri più funambolici degli strumentisti si lanciavano in cori “GI-NO! GI-NO!” modello quei ragazzi della curva B. (Continua a leggere)

Se qualcuno volesse fare il nome di un disco recente per spiegare che il jazz è innanzitutto bella musica comunicativa ed energica, chi scrive potrebbe benissimo consigliare ‘Decisive Steps’, terzo lp dell’altosassofonista TiaFuller. Senza troppi noiosi arzigogoli e giri di parole, questo è un disco che afferra per la gola e procede come un treno fino alla fine, lasciandoci satolli e soddisfatti: si tratta di un esplosivo concentrato di modernissimo post bop, dalle immancabili coloriture funky, soul e r&b, padroneggiato ed eseguito con grandissima classe. La Fuller, tra l’altro, è pure la leader della sezione di fiati della band di Beyoncé, e certe cose le pratica sul serio. Aggiungiamo al profilo una rinomata carriera da insegnante, e avremo completato il ritratto della perfetta via di mezzo fra Cannonball Adderly e Maceo Parker, mutatis mutandis! (Continua a leggere)