FREE FALL JAZZ

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Puntuali come le tasse (o come le farneticazioni di Renzo Arbore sulle profonde radici siciliane del jazz) anche quest’anno eccoci al consueto riepilogo del 31 Dicembre. Le “non regole” sono le solite: numero di preferenze variabile, categorie un po’ a discrezione di ciascuno. Ovviamente chi per un motivo o per l’altro non ha partecipato, è sempre parte della nostra insolita famiglia. (Continua a leggere)

Da quando siamo online (ormai tre anni e rotti, il tempo è volato!), questo è stato il Final Countdown più difficile da compilare. Non perché l’annata sia stata particolarmente negativa, anzi, pur non facendoci gridare al miracolo, abbiamo ascoltato diversi ottimi dischi, bensì per mere regioni tecnico/logistiche. Non starò qui a tediarvi con la storia della mia vita, ma sono nel mezzo di un trasloco (che si concluderà tra una settimana) e quando mi sono seduto al PC per compilare questo post ho scoperto che era appena avvenuto lo switch della connessione internet dal vecchio indirizzo a quello in cui mi trasferirò a breve, ecco quindi spiegato perché non le avete viste online già questa mattina. Ovviamente le poll seguono le nostre consuete “non regole”: minimo 5 massimo 12 preferenze, più nomination facoltative per i peggiori, le ristampe o quant’altro. Come sempre, chi non si è espresso (per scelta, per indigestione di panettoni e quant’altro) resta comunque parte della nostra scombinata famigliola di amanti del jazz.

L’analisi dei voti non lascia spazio quasi ad alcun dubbio: la “svolta ECM” di Vijay Iyer non è piaciuta quasi a  nessuno e lo sberleffo pubblico nasce soprattutto con la speranza di rivederlo presto con un disco che lo riqualifichi ai nostri occhi. Noi ci crediamo: d’altronde, se uno scivolone ci può anche stare, sembra assai più improbabile che uno dei migliori pianisti di nuova generazione si trasformi in un brocco da un anno all’altro. Chi invece trionfa nettamente è Steve Lehman, che fa cappotto e si becca cinque preferenze su cinque, confermandosi tra i migliori compositori attualmente in circolazione. Alle sue spalle si piazza un veterano ancora in formissima come Wadada Leo Smith, che si prende tre preferenze con l’ambizioso ‘The Great Lakes Suite’ e anche due con ‘Red Hill’, in comunione con Jamie Saft,  Joe Morris e Balázs Pándi. Tre preferenze anche per l’ottimo Orrin Evans, ormai una conferma più che una sorpresa. Il resto potete leggerlo qui sotto, tra un pandoro, uno spumante e un trenino al ritmo di Meu Amigo Charlie Brown (o del clamoroso Capodanno con Gigi tra poche ore in TV). All’anno prossimo! (Continua a leggere)

(Immagine pescata su www.eyeshotjazz.com)

E insomma, l’unica indecisione era se citare gli Europe o Coltrane per il titolo di questo post, col secondo di certo più in tema rispetto ai primi, il cui riff di tastierone anni ’80 siamo certi che questa sera farà capolino un po’ ovunque. Ovviamente per coerenza abbiamo scelto i primi (apro l’ombrello per ripararmi dalla pioggia di ortaggi). E se quella era l’indecisione, la certezza invece è che Ambrose Akinmusire è l’uomo del 2011: il suo ‘When The Heart Emerges Glistening‘ fa cappotto e si becca 5 preferenze su 5 mettendo d’accordo praticamente tutti, cosa non da poco. Nel caso non l’aveste capito, questo post chiude infatti l’anno rivelandovi quali sono stati i nostri ascolti preferiti tra i dischi usciti negli ultimi dodici mesi. (Continua a leggere)