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Gente a Sud's Articles

‘Links’ è una specie di autobiografia in musica per Luis Perdomo, pianista venezuelano trapiantato da molti anni a New York. Con un gruppo di amici fidati come Miguel Zenon (contralto), Dwayne Burno (contrabbasso) e Rodney Green (batteria), Perdomo sceglie una serie di brani dai repertori di persone che hanno segnato il suo sviluppo umano e musicale. Oltre ai colleghi, autori di un pezzo a testa, e a due originali del pianista, troviamo omaggi a Sir Roland Hannah, Woody Shaw, Elvin Jones e alla moglie Mimi. In nessun caso si tratta di scelte banali, visto che l’unico pezzo “famoso” è ‘The Organ Grinder’ del sempre sottovalutato Shaw, ma in tutti il quartetto offre una prova davvero intensa e convincente. (Continua a leggere)

Chi ci legge sarà di certo familiare col nome di Carlo Cimino: è uno “dei nostri”. Oltre ad aiutarci ad imbrattare queste pagine però, il buon Carlo suona anche il contrabbasso con gli Amanita, il cui debutto ‘Gente A Sud’ (Zone Di Musica, 2011) si è rivelato proprio un bel dischetto. E non fate i malpensanti: non lo diciamo “perché è un amico”, anzi, sarebbe stato un vero peccato non parlarvene solo per questo. Assieme a lui ci sono il chitarrista Raul Gagliardi e il batterista Maurizio Mirabelli, a chiudere un triangolo che può sembrare un limite solo ai meno attenti: “La scelta del trio è anche indirizzata verso possibili aperture in futuro: possibili ospiti che proprio una formazione come questa ti permette di accogliere senza nessun problema. A volte capita di suonare con degli strumenti a fiato e la cosa non ci dispiace affatto, anzi!”. Il loro è un jazz dalle sonorità “delicate” e a tratti persino malinconiche, ma capace anche della zampata graffiante al momento opportuno; protagonista è soprattutto l’interazione tra la compatta sezione ritmica (che pure si ritaglia i suoi spazi in prima fila) e la solista di Gagliardi, il cui tocco mi ricorda in parte quello del veterano Jim Hall: “Massimo rispetto per lui – precisa il chitarrista – ma non vi è un unico riferimento chitarristico. Apprezzo molti chitarristi diversi: da Wes Montgomery a Scofield, da Frisell a Django, da Metheny a Rosenwinckel, ma ascolto anche musica priva di chitarra e non mi cambia molto. Di solito valuto la musica pezzo per pezzo, e nel gusto una parte importante la occupa la composizione in sé. Non mi pongo tanti problemi se un pezzo viene dal rock o dal pop, o se è cantato o strumentale”. (Continua a leggere)