FREE FALL JAZZ

‘Links’ è una specie di autobiografia in musica per Luis Perdomo, pianista venezuelano trapiantato da molti anni a New York. Con un gruppo di amici fidati come Miguel Zenon (contralto), Dwayne Burno (contrabbasso) e Rodney Green (batteria), Perdomo sceglie una serie di brani dai repertori di persone che hanno segnato il suo sviluppo umano e musicale. Oltre ai colleghi, autori di un pezzo a testa, e a due originali del pianista, troviamo omaggi a Sir Roland Hannah, Woody Shaw, Elvin Jones e alla moglie Mimi. In nessun caso si tratta di scelte banali, visto che l’unico pezzo “famoso” è ‘The Organ Grinder’ del sempre sottovalutato Shaw, ma in tutti il quartetto offre una prova davvero intensa e convincente. Il piano di Luis Perdomo, discendente da Herbie Hancock, McCoy Tyner, Horace Silver e il primo Corea, così ricco di sottigliezze ritmiche e dinamiche, è una guida naturale. Burno e Green, lavorando attentamente sui metri e sulla densità sonora suggerite dal pianista, contribuiscono attivamente alla complessa dinamica dei pezzi, come nelle interazioni di ‘Waiting Time’ o nell’ingannevole semplicità di ‘Melisma’. La vera e propria alma latina viene affidata quasi interamente al sax di Zenon, eccellente nelle corse a ostacoli in velocità, ma davvero bravo nel valorizzare i minimali input latini accennati dal leader legando le note acute in frasi languide e melodiche. Nei momenti più leggeri come in quelli più veloci, in ogni caso, spicca la grande compattezza di un quartetto affiatato , lucido, che dà una bella lezione di jazz moderno con un tocco latino defilato, sì, eppure sempre ben avvertibile, in maniera subliminale o esplicita che sia.

‘Links’ è un ottimo disco che conferma tutte le grandi qualità di Luis Perdomo.
(Negrodeath)

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